POLISTENA – Chiediamo al governo di sospendere la nuova tassa Tares, laddove esistono complicate gestioni del ciclo dei rifiuti determinate dall’esistenza del Commissario per l’emergenza ambientale, come in Calabria. Ogni giorno il disagio della spazzatura alla vista dei cittadini calabresi, che pur pagando, non ricevono un servizio adeguato, costituisce un motivo valido per sospendere l’applicazione del nuovo tributo più oneroso. E’ sbagliato ancora una volta caricare i comuni, già penalizzati nello smaltimento dei rifiuti non regolare presso impianti e discariche di terzi, di un compito gravoso da gestire anche in termini di democrazia. E’ crudele l’idea che i comuni, da articolazioni territoriali costituzionali e luoghi della partecipazione, debbano trasformarsi in esattori per conto dello Stato anche per la Tares come già accaduto per l’Imu. La nuova imposta prevede infatti una quota aggiuntiva pari al 30% dell’attuale tassa che verrà incassata interamente dallo Stato, oltre all’estensione del 100% della copertura della superficie catastale soggetta a tributo che oggi è dell’80%. La Tares sarà una seconda Imu che i cittadini calabresi non potranno permettersi, nè i comuni potranno gestire con facilità per l’impossibilità di attuare un federalismo fiscale laddove le risorse, come in Calabria, sono sempre meno. Pertanto l’unica cosa seria da fare è che il Governo ne sospenda l’entrata in vigore in tutte quelle regioni indietro sulle problematiche ambientali e commissariate in tema di rifiuti, a partire dalla Calabria.
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Il sindaco di Polistena Tripodi chiede al governo di sospendere la Tares nelle regioni invase dai rifiuti13/01/2013 | Michele Tripodi, sindaco di Polistena | Comunicato