POLISTENA - Nei giorni scorsi il Commissario alla Sanità, Massimo Scura, pensando di poter ignorare gli auspici e le rivendicazioni della manifestazione di Polistena, ha incontrato singolarmente alcuni amministratori locali nella Piana. Incontri bilaterali che non servono a nulla se non a tentare di dividere il territorio attraverso promesse ed aspettative che nella maggior parte dei casi rimangono solo sulla carta. Come il nuovo ospedale a Palmi di cui non contestiamo l’intenzione di costruirlo a supporto dell’offerta sanitaria esistente, ma la prospettata vocazione di ospedale unico della Piana con cancellazione di tutto il resto.
La logica dell’ospedale unico infatti fu sconfitta diversi anni fa quando il territorio, dal basso, decise di costruire l’offerta di servizi ospedalieri della Piana su due poli, quello dell’entroterra con baricentro l’ospedale di Polistena e quello della costa. Due fasce territoriali della Piana distanti tra loro e diverse per caratteristiche viarie ed orografiche, che però costituiscono geograficamente nel loro insieme la Piana di Gioia Tauro, e che necessitano entrambi di polarità ospedaliere di riferimento. Difende il campanile chi si arrocca sulla logica dell’ospedale unico a Palmi, e non chi invece come cittadini, 55 Sindaci, Diocesi, scuole e moltissimi altri esponenti delle istituzioni, è sceso in piazza per ribadire che l’ospedale di Polistena non si tocca perché è patrimonio reale ed attuale di tutta la Piana di Gioia Tauro.
In realtà l’Italia sta volgendo verso la privatizzazione della sanità e cominciamo a dubitare seriamente che possano nascere nuove strutture pubbliche sui territori come nella Piana di Gioia Tauro. In un momento in cui non si può assumere personale e si impone il contenimento della spesa, è impossibile capovolgere questa dolorosa tendenza alla privatizzazione in una regione come la Calabria dove, in aggiunta al Piano di Rientro ed ai tagli della legge di stabilità, disporre un trasferimento di un’unità di personale diventa spesso un problema, dove tantissimi imboscati ancora rimangono tali, e dove altri attendono con ansia la distruzione del sistema ospedaliero pubblico per non precisati interessi.
Per tale motivo occorre potenziare l’ospedale di Polistena, investire per migliorare la struttura, rafforzando il suo ruolo di presidio spoke nella Piana di Gioia Tauro, ribadendo che l’ospedale di Palmi non può essere sostitutivo dell’ospedale di Polistena, che dovrà in ogni caso essere mantenuto.
Infine, esigiamo da Scura e Oliverio, a seguito dello scandalo ANAS, di verificare se TECNIS, la società aggiudicataria dell’appalto degli ospedali calabresi, mantenga o meno i requisiti di iscrizione nelle white lists delle Prefetture italiane.
La battaglia per una buona sanità al servizio del cittadino passa obbligatoriamente dalla trasparenza, dal rispetto delle regole democratiche e della legalità, e soprattutto richiede la bonifica preventiva e successiva dalle possibili infiltrazioni di affaristi, mafiosi e corrotti.