REGGIO CALABRIA – L’assessore al Comune di Reggio Calabria Luigi Tuccio non può, ulteriormente, umiliare la città e i reggini, pertanto deve immediatamente rassegnare le dimissioni dall’incarico nella Giunta Arena. Dopo l’arresto della suocera nell’ambito dell’inchiesta “Lancio” condotta dalla Dda e dall’Arma dei Carabinieri, la sfida e l’arroganza di Tuccio sono fuori luogo e, al contrario, evidenziano una strana e discutibile concezione dell’amministrazione e della cosa pubblica. E’ inammissibile tentare di restare abbarbicati, in modo scomposto e inopportuno, alla comoda poltrona di giunta. Del resto, il rabbioso tentativo di inutile auto-difesa prodotto da Tuccio ha rappresentato la sua inequivocabile ed evidente debolezza politica. E’, comunque, assolutamente imbarazzante l’assordante e incredibile silenzio che, anche su questa pesantissima vicenda, ha avuto il sindaco della città Demetrio Arena. Un sindaco che, fino a questo momento, non ha sentito il dovere etico e morale di assumere una chiara e inequivocabile iniziativa finalizzata alla semplicissima salvaguardia della città. Preso atto delle dichiarazioni di Tuccio, il quale ha escluso ogni ipotesi di dimissioni, il sindaco Arena deve, pertanto, provvedere all’immediata revoca dello stesso dalla giunta comunale di Reggio Calabria. E’ il minimo atto che un semplice cittadino si possa aspettare da un normale sindaco di un qualsiasi comune della Repubblica Italiana. Purtroppo, la nostra città, per colpa di un fallimentare decennio amministrativo, non è un luogo qualsiasi, infatti, come noto, a Reggio si è insediata la Commissione d’Accesso Antimafia. Quanto evidenziato dall’inchiesta “Lancio” rappresenta l’ennesima dimostrazione che rende decisamente indispensabile il rapido scioglimento del Consiglio Comunale: una grande onta che, però, è il prodotto esclusivo del tanto strombazzato “modello Reggio”. Uno sfregio per i reggini causato dall’indecente classe dirigente che ha distrutto la città: un gruppo di potere costituito da coloro i quali si possono tranquillamente definire i peggiori nemici che Reggio abbia mai conosciuto.