REGGIO CALABRIA – Il direttivo della Camera Penale G. Sardiello di Reggio Calabria in occasione della astensione dalle udienze a tutela del diritto di difesa proclamata dall’Unione delle Camere Penali ha convocato l’assemblea degli avvocati penalisti aperta alla cittadinanza per domani nella sala avvocati del Tribunale di Reggio Calabria Piazza Castello. Assistiamo sempre di più a fatti indicativi di una degenerazione culturale che tendono a marginalizzare e delegittimare il difensore e il diritto di difesa del cittadino. Le conversazioni tra avvocato e assistito vengono intercettate, nonostante l’esistenza di un chiaro divieto normativo, e spesso vengono inserite, senza una evidente ragione processuale, nelle informative e nei provvedimenti giudiziari al fine di consentirne la pubblicazione sulla stampa. Alcuni organi di informazione hanno diffuso atti di polizia con i quali si richiedono intercettazioni preventive, non autorizzate cioè dal giudice, nei confronti di difensori, dipinti quali soggetti da controllare in quanto pericolosi, con l’ovvia conseguenza di captare colloqui riservati e strategie difensive. In ambito nazionale alcuni avvocati sono stati costretti a rispondere ai pubblici ministeri su fatti coperti da segreto professionale, altri sono sotto processo perché la loro linea difensiva non è stata gradita all’ufficio di Procura. Ci si chiede a questo punto se l’avvocato nell’espletare il mandato difensivo debba prima ancora di difendere il cittadino preoccuparsi di difendere se stesso, con ovvia conseguente minorazione del diritto di difesa. E si chiede al cittadino se sia favorevole a che i colloqui con il proprio legale possano essere ascoltati, oppure che il legale possa essere costretto a riferirli al pubblico ministero. Continua, poi, quanto già denunciato in un precedente comunicato della Camera Penale di Reggio Calabria, ossia l’indecente esposizione di arrestati in manette che vengono condotti in carcere, in assoluta violazione di legge e in spregio alla presunzione di non colpevolezza. È il riflesso di un’idea di giustizia che tende a marginalizzare le garanzie e ritenere il processo una ratificazione formale di quanto sostenuto dall’accusa. La riforma dell’ordinamento giudiziario, con la necessaria separazione delle carriere di pm e giudici, è naufragata il giorno dopo la sua concreta prospettazione. Le uniche riforme degli ultimi 10 anni in campo penale sono consistite in pacchetti sicurezza contenenti norme dichiarate successivamente incostituzionali in quanto lesive dei diritti dei cittadini e tendenti unicamente a inasprire le pene e il il ricorso alla carcerazione preventiva, nonché a criminalizzare extracomunitari. Da anni si attende la riforma in tema di intercettazioni e diffusione di notizie a mezzo stampa, anch’essa naufragata miseramente. Il risultato è la diffusione alla collettività di una idea di giustizia dal volto autoritario e repressivo. Anche da qui la legittimazione dell’idea che gli avvocati, tutori delle garanzie di libertà del cittadino, stiano dalla parte sbagliata e che pm e giudici, avvinti da uniche carriere, siano dalla parte dei giusti. Con la conseguenza di avere difensori deboli, non tutelati da giudici sempre meno autorevoli di fronte alle prevalenti istanze punitive. Se questa è l’analisi dello scenario attuale e futuro al quale gli avvocati penalisti si oppongono, non possiamo non evidenziare le nostre colpe. La commissione, negli ultimi venti anni, da parte di taluni difensori di illeciti disciplinari, di gravi delitti commessi nell’esercizio dell’attività professionale e in concorso con gli assistiti, sopratutto in ambito di reati di criminalità organizzata, ledono l’immagine e l’autorevolezza del difensore e prestano il fianco all’ingiustificato tentativo di delegittimazione della nostra categoria. È sempre più urgente la riforma dell’ordinamento professionale. L’avvocato deve essere uno specialista della materia. Non si può consentire che il cittadino veda violato il proprio diritto di difesa ad opera del difensore. Ecco che una riforma legislativa che introduca l’istituto della specializzazione rappresenta il punto di svolta per una nuova avvocatura. È una battaglia nell’interesse della giustizia e del cittadino, convinti come siamo che una difesa forte e libera e un giudice autorevole siano imprenscindibile presupposto per una equa amministrazione della giustizia penale.
Avvocato Carlo Morace
Presidente Camera penale Rc
Avv. Paolo Tommasini
Segretario Camera penale Rc