• Kalavrìa, il cortometraggio allegorico che esprime tutto l’amore per la nostra terra e la voglia di riscatto dei giovani calabresi
    L' autore Emmanuele Saccà, studente dell'Unical racconta così la sua terra. Per vedere il cortometraggio scendere alla fine dell'articolo.
    29/10/2020 | AG | edp

     

    Il Cortometraggio KALAVRìA è un insieme di simboli, allegorie e metafore, che attraverso personaggi, azioni e oggetti sulla scena cercano di descrivere la storia passata e attuale della CALABRIA, sottolineandone così le profonde radici greche. Il corto è MUTO, perché per molto tempo, alla nostra terra,è stata tolta la possibilità di poter parlare. Solo alla fine, un bambino declama dei versi, dove rivendica il suo orgoglio di essere nato in Calabria. 

     

    Il video non è stato realizzato da professionisti, ma da amatori che vogliono lanciare un messaggio di amore per la propria terra, ed è stato girato tra Oppido Mamertina e Palmi. La regia del video è stata curata da MARCO MORGANTI e le riprese da SAVERIO MAURO. A partecipare alle riprese video molti giovani, tra cui un gruppo di studenti dell’UNICAL.

    Il corto è ospitato e presentato in vari convegni, nei quali, l’autore Emmanuele Saccà ne illustra i punti fondamentali, snodandone i significati profondi ed intrinseci.

    La protagonista della storia è Kalavrìa, una ragazza distesa su un letto, la cui espressione manifesta una tacita sofferenza: dalle origini sofisticate e nobiliari – i suoi antenati erano filosofi, matematici, artisti – adesso, la dolce fanciulla, indossa una semplice vestaglia bianca, mentre la sua camera è povera di oggetti poiché, nei suoi ultimi anni di vita, è stata più volte derubata. Nella cappella di casa, si prega per la salvezza della giovane vita, ma la fede vacilla, come si evince dalla debolezza delle mani della suora che lasciano cadere il rosario. Intorno al suo letto sono presenti alcuni dei suoi vicini e conoscenti: c’è chi è legato a lei, come il medico e l’infermiera che, pur avendo poche risorse, fanno di tutto per salvarla. Poi, invece, c’è un signore arrivato dal settentrione che, inizialmente, si presenta come una persona perbene e altruista, ma che poi la guarda con disprezzo e abbandona la stanza seguito dagli amici nobili della ragazza che la lasciano sola. A rimanere in quella stanza, colmi di ansie e preoccupazioni, è una famiglia di contadini che hanno sempre lavorato nelle terre possedute dalla famiglia di Kalavrìa. Questi ultimi, non vogliono che lei muoia, ma dallo sguardo del dottore, si capisce che per la ragazza non c’è più niente da fare,  essi dunque,abbandonando i pochi averi, vanno via con i loro piccoli. Ma non è tutto perduto! L’ancella di Kalavrìa, passando per una spiaggia piena di sassi e rocce, corre per portare ad Erodoto un messaggio scritto dalla sua signora. Erodoto seduto su uno scoglio, come un faro che si pone sulla roccia per dar salvezza alle navi in pericolo, medita su alcuni versi in greco della bibbia. Appena vede l’ancella, si alza e legge la richiesta d’aiuto. Egli non perde tempo e s’incammina; affida ad un bambino di origine contadine un’ampolla con dell’olio salvifico, il quale corre e, salendo dalla strada di un vecchio castello diroccato, incrocia la gente del posto accompagnata dalla marcia suonata dai musicisti di una piccola banda, diretta verso quelle macerie. Il bambino continua a correre ma non si dirige nella loro stessa direzione,ma va controcorrente facendo sì che tutti lo notino e si fermino dal loro andare verso il baratro. Il piccolo contadino entra nella casa della giovane morente e ne unge la fronte con l’olio che Erodoto gli aveva dato, salvando così la vita alla giovane KALAVRIA.

     

    Spiegazione: Il titolo del cortometraggio è KALAVRìA, nome grecanico della nostra regione, ma nel video sono presenti anche MAGNA GRECIA e, alla fine, CALABRIA, poiché si è inteso sottolineare le antiche radici greche della nostra regione.

    Il medico e l’infermiera rappresentano la politica e l’associazionismo locale che, con le loro poche risorse a disposizione, cercano di risollevare le sorti di questa terra. L’uomo che guarda la ragazza con disprezzo simboleggia quella parte di “politica del Nord” che, in tempi passati, ha guardato con disprezzo la nostra terra e la nostra gente ma che, allo stesso tempo, adesso è lì vicino al suo letto, ma solo perché ha bisogno di lei. La famiglia di contadini, simboleggia la parte del nostro popolo che è stata costretta ad emigrare per vari motivi tra cui la povertà. Erodoto è riconosciuto come il padre della storiografia, egli lasciò la Grecia e si trasferì a Thuri nell’odierna Sibari (CS), e nel nostro video questo personaggio raffigura la storia passata della nostra terra.

     

    Kalavrìa ( o la Calabria) per potersi rialzare, per poter ritornare in vita, ha bisogno di riscoprire la propria storia e lo deve fare trasmettendo ciò ai bambini, istruendoli cioé su ciò che il nostro popolo è stato. Il piccolo contadino ha cosparso d’olio la fronte della giovane, non le mani che sono simbolo dell’opera, non i piedi che simboleggiano il percorso, ma la fronte, per poter guarire la nostra terra e noi, come lui per farlo dovremmo ripulire la nostra mente dalle etichette di “terroni”, “mafiosi”, “assistenzialisti” e altre ancora che, per anni, ci hanno marchiato.

    Il video dura 7  minuti e 14 secondi. 7 è il numero della settimana, l’inizio e la fine di un tempo. Il 14 è il suo doppio. C’è stato un tempo per la Calabria pieno di splendore e questo tempo potrà ritornare (anche per il doppio del tempo) solo quando noi impareremo a riscoprire la nostra storia.

     

     

     

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