REGGIO CALABRIA – I quadri ed i dirigenti della Cisl dell’area grecanica si sono riuniti nei giorni scorsi per mettere a fuoco la delicata vicenda in cui si dibatte l’ospedale “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo, a quanto pare sempre più a rischio di “smembramento”. L’importantissima struttura ospedaliera, punto di riferimento per migliaia di persone dell’hinterland jonico, si è sempre contraddistinta negli anni per gli elevati standard qualitativi dei servizi e delle prestazioni sanitarie erogate all’utenza grazie all’alto tasso di competenza e professionalità del personale impiegato. Il recente Piano di ristrutturazione sanitaria redatto dai vertici sanitari regionali non ha tenuto però in debito conto né delle eccellenze sanitarie locali né delle peculiarità e specificità del territorio, “derubricando” il nosocomio “Tiberio Evoli” tra i c. d. Ospedali generali.
La quotidianità in atto esistente al “Tiberio Evoli” è tuttavia per tanti versi sorprendente, tanto da indurci ad affermare che di “generale” al nosocomio melitese ci sembra resti ben poca cosa. Assistiamo infatti con sconcerto alla costante “spoliazione” di strutture e personale del “Tiberio Evoli” e conseguente “migrazione” dell’utente verso gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria (peraltro già oberati di una notevole mole di lavoro) con chiari ed evidenti riflessi negativi per la collettività dell’area del basso Jonio, costretta a raccogliere “armi e bagagli” e percorrere centinaia di km per le cure sanitarie. Tutto ciò è inaccettabile, non ne comprendiamo la ratio. Di certo Melito ed il suo hinterland non possono diventare il capro espiatorio del “buco” sanitario. La Cisl chiede alle Autorità competenti l’immediata sospensione di qualsiasi ipotesi di smembramento del “Tiberio Evoli”. Parimenti auspica una piena condivisione di questo nostro appello da parte di tutte le forze politiche, sociali, civili, fermo restando la totale disponibilità della nostra organizzazione al dialogo ed al confronto costruttivi, scevri da personalismi, finalizzati, tra gli altri, alla tutela della dignità di ciascun cittadino.