CATANZARO – La corruzione è costituita da “ogni indebita e volontaria alterazione profittatoria di regole generali giuridiche e comportamentali, che si manifesta, quasi sempre, come degenerazione spirituale e morale, depravazione, totale abbandono della dignità e dell’onestà, con compromissione, inquinamento e ammorbamento di basilari principi del vivere civile”. Parole forti, dure e senza scampo quelle del presidente della Sezione giurisdizionale per la Calabria della Corte dei conti, Mario Condemi, pronunciate nel corso della cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario che si è svolta a Catanzaro. Secondo quanto scritto nella sua relazione “l’attività corruttiva ha assunto ormai configurazione di ‘sistema’ che oltretutto contribuisce ad impedire la correzione di mali antichi che hanno frenato lo sviluppo del Paese e sbilanciato la struttura della società italiana e del suo sistema politico”. Appassionato e diretto Condemi sui temi della legalità e della corruzione ha chiaramente detto che per uscire da questa spirale senza fine “serve l’opera onesta e corretta di chi ancora nutre principi sani e responsabili” perché il “panorama è molto peggiorato ed è desolante che l’onestà, la correttezza, l’affidamento, l’osservanza delle norme non trovino più posto”. La corruzione “si è estesa in moltissimi settori di attività dove pubblico e privato incrociano e condividono interessi ormai di natura criminale ed è doloroso riscontrare che la violazione della legalità ha assunto, una misura ormai molto preoccupante”.
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La Corte dei Conti avvisa: “In Calabria la corruzione è ai massimi storici”27/02/2015 | www.strill.it