• “La legalità si pratica”. Conclusa al “Salvemini” di Polistena l’azione progettuale del Pon “Le(g)ali al Sud”
    07/06/2012 | Mario Multari | Edicola di Pinuccio

    POLISTENA – Oggi, 6 giugno, alle ore 10.00, presso la sede dell’istituto comprensivo “Salvemini” di Polistena, in via Esperia n°9, si è svolta una manifestazione a chiusura dell’azione progettuale Pon C3-2010-167 Le(g)ali al Sud “La cultura della legalità”, realizzata con la partecipazione straordinaria delle procura generale della Repubblica di Reggio Calabria e l’Università degli Studi di Reggio Calabria, Facoltà di Giurisprudenza. Sono intervenuti: il procuratore della Repubblica, Salvatore Di Landro e il preside della facoltà di Giurisprudenza, Attilio Gorassini. Tra gli ospiti, il procuratore della Repubblica di Palmi, Giuseppe Creazzo, il sindaco del comune di Polistena,  Michele Tripodi, don Pino De Masi, vicario del vescovo della diocesi di Oppido-Palmi e molte autorità politiche e militari. L’azione progettuale biennale, fortemente voluta dal dirigente scolastico, Maria Domenica Mallamaci, ha visto come protagonisti gli alunni delle terze classi della scuola secondaria di primo grado dell’istituto, che, guidati oculatamente, hanno maturato autonomamente la consapevolezza che la legalità è insieme rispetto e pratica delle leggi, ossia di regole condivise.

     

    Gli alunni hanno, inoltre, dimostrato competenze e abilità nella danza e nella musica. Sono stati eseguiti, infatti, balletti e brani musicali dall’orchesta giovanile di fiati, guidata egregiamente dai maestri Michelangelo Scarcella e Angelo Avati. Da tutti gli interventi è emerso che oggi, più che ieri, la società ha bisogno di una nuova umanità, che persegua obiettivi di rispetto, tolleranza, legalità, quella legalità che possa consentire a tutti di spiegare le ali e volare, senza costrizione alcuna. Pertanto, la legalità diventa esigenza fondamentale della vita sociale, per promuovere il pieno sviluppo della persona umana, in modo da compiere scelte autonome e responsabili e la costruzione del bene comune, così da garantire a tutti un’elevata qualità della vita. Il significato di legalità che è emerso dal progetto è legato al concetto di cultura intesa come insieme di apprendimenti che orientano la persona a credere nelle istituzioni, a crescere nella partecipazione democratica, nel pieno riconoscimento della centralità della persona, nella consapevolezza e nel rispetto della diversità, intesa come essenza e come ricchezza della vita. “La legalità non si predica, si pratica”, afferma il Dirigente Scolastico. “Il mondo dei giovani è, da sempre, il più sensibile ed il più pronto a recepire tutto ciò che promana da scelte esistenziali forti e da esempi di vita, pertanto, i giovani sono più propensi ad ascoltare i testimoni, piuttosto che i maestri, perché mentre i maestri salgono in cattedra ed indicano un percorso da seguire, un ideale da coltivare, il testimone invece vive questo ideale sulla propria pelle e lo fa suo senza paura di mettersi in gioco. I migliori maestri sono i testimoni che con il loro esempio condividono e praticano idee, valori ed ideali”.

     

    Sappiamo bene, infatti, che qualche testimone del nostro tempo è anche morto nell’estremo tentativo della difesa dei valori per i quali operava nella società. Non erano eroi, solo uomini che hanno fatto il proprio dovere fino alla fine, con coraggio e dedizione, e non si sono arresi di fronte a niente e a nessuno. (“Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una sola volta” P.Borsellino). Il loro ricordo deve essere d’esempio per le future generazioni, affinchè un giorno possa avverarsi quanto aveva detto Falcone: “la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e, quindi, avrà anche una fine”. Ci auguriamo di cuore che quel giorno sia ormai vicino.