E’ AUSPICABILE che il Governo, dopo anche la forte e univoca denuncia emersa in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, in particolare nei discorsi tenutisi a Reggio Calabria, affronti con decisione il funzionamento della Giustizia adottando le necessarie misure. La situazione non è certo nuova , ma averla evidenziata con tanta chiarezza dal presidente della Corte di Appello Dottor Bruno Finocchiaro e dagli altri intervenuti, non può più esimere i rappresentanti del Governo e del Parlamento dall’assumere la necessaria iniziativa sulla riforma della Giustizia e problemi connessi da concepire “con organicità” , “equilibrio” e in una ampia condivisione, come per altro aveva esortato il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in più occasioni, negli appelli rivolti alle forze politiche del nostro Paese. Non possiamo essere giustamente preoccupati per la drammatica situazione e, nel contempo, in presenza di una ndrangheta con potenza militare, densità mafiosa, ricchezza accumulata e gravità di attentati compiuti , pensare di risolvere urgenti problemi nei tempi indefiniti. Se alti Magistrati denunciano «l’assoluta insufficienza degli organici per fronteggiare l’eccezionale carico di lavoro» , se bisogna aspettare tra il tempo del processo e giudizio d’appello 3151 lunghi giorni , dovrebbe essere la politica e le istituzioni elettive a dare urgenti risposte, senza attendere. E se il giudizio del Procuratore Pignatone debba e possa essere pienamente condivisibile che la mafia è anche nella società, è fondamentale pure individuare le responsabilità che sono appunto largamente dei ceti politici per le inadempienze , per le connivenze, per determinati comportamenti assunti nelle attività svolte. Senza colpevolizzare genericamente tanti politici impegnati , ma a noi è apparso che anche la presenza di rappresentanti politici all’inaugurazione sia stata limitata. Il dottor Finocchiaro – in riferimento a vicende giudiziarie e uso della politica nella giustizia – , con garbata dialettica riconosciuto che se ciò è stato possibile è per i vuoti lasciati dalla politica che, rivolta l’attenzione ad altre problematiche, ha omesso di risolvere quelle della giustizia. Per questo – anche in conseguenza dei buoni risultati ottenuti finora dalle forze dell’ordine nel loro complesso – occorre il massimo impegno per andare decisamente avanti, adottare con decisione e tempestività i problemi posti della giustizia «esercitando il proprio ruolo, nel rispetto del ruolo altrui». L’invito che ci permettiamo fare alla delegazione parlamentare calabrese e , in particolare ai componenti della Commissione Parlamentare Antimafia, è discutere, recepire e proporre nelle sedi deputate le urgenti questioni sollevate dagli alti Magistrati sollecitando anche i parlamentari espressione di altre Regioni per avviare percorsi unitari necessari per sconfiggere la criminalità, affermare legalità e sviluppo economico e sociale stimolando così la società civile a non restare, in tante sue parti, indifferente. In questo quadro le intercettazioni sono indispensabili nelle investigazioni per scoprire i responsabili dei reati , ma senza eccessi.
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La politica dia ascolto ai magistrati30/01/2012 | Demetrio Costantino, Presidente Cids | Calabria Ora