CATANZARO – Seppur con gran ritardo volevamo fare gli auguri di compleanno al nostro caro sindaco Sergio Abramo. Cinquantacinque anni e non dimostrarli, così giovane, così vigoroso nello svolgere ogni giorno i tanti impegni pubblici, eppure così “idoneo” nel ricevere un vitalizio di ben 2.800 euro. Già, qualcuno forse non lo ricorderà, ma il nostro primo cittadino, tra le tante cariche ricoperte in passato, vanta anche quella di ex consigliere regionale che gli consente, oggi, dopo solo cinque anni di contributi versati, di godere del corposo assegno firmato ogni mese dalla Regione Calabria. Tutto regolare, sia chiaro, dato che è la stessa Legge Regionale n. 3 del 1996 (il cui art. 14 è stato abrogato, ma solo dalla prossima legislatura regionale) a prevedere l’attribuzione dell’assegno vitalizio per i consiglieri regionali cessati dal mandato che abbiano compiuto sessant’anni di età e che abbiano corrisposto il contributo per un periodo di cinque anni in qualità di Consigliere Regionale.
In realtà, Sergio Abramo ha soltanto di recente spento le sue cinquantacinque candeline, ma la stessa Legge Regionale prevede la possibilità di anticipare il vitalizio al compimento del cinquantacinquesimo anno di età, su richiesta dell’avente diritto, e con una riduzione annua dell’assegno pari al 5%. Una facoltà, quest’ultima, che l’attuale primo cittadino di Catanzaro non si è lasciato sfuggire, inoltrando la richiesta in Regione, così come previsto dalla legge, appena dodici giorni (esattamente il 10 aprile 2013) dopo aver compiuto il suo cinquantacinquesimo compleanno. Davvero un bel modo, dunque, di festeggiare la ricorrenza, percependo un corposo gruzzolo che va ad aggiungersi agli oltre quattromila euro (4.734,10 € per la precisione) che Sergio Abramo già percepisce a titolo di indennità di sindaco di Catanzaro. Al di la dell’ironia, chiediamo al nostro primo cittadino di compiere un gesto di solidarietà che possa rendere orgogliosa l’intera città di Catanzaro. Voglia, il signor sindaco, destinare il suo vitalizio (qualora non l’avesse già fatto) ad un’organizzazione locale di beneficenza o ad una famiglia disagiata del capoluogo, in forma anonima e almeno fino a quando non cesserà la sua carica di primo cittadino. In questo modo eviterà con eleganza di cumulare la doppia entrata (assegno vitalizio e indennità di sindaco) in un momento storico così difficile per le famiglie catanzaresi e calabresi. Non tutto ciò che è legalmente lecito, infatti, è eticamente giusto, e quella della doppia indennità (seppur legittima) ci sembra, oggi più che mai, una clamorosa ingiustizia.