ROSARNO – Il vicesegretario dell’Udc in Calabria, Giuseppe Idà, invia a diverse redazioni alcune foto di una scultura che, a suo dire, inneggia al gesto del folle che lanciò contro Silvio Berlusconi una statuetta del Duomo di Milano. In redazione nessuno si prende la briga di verificare la notizia, approfondire, chiarire chi è questo artista (il cui nome resterà sconosciuto) e in che modo abbia prodotto l’opera in questione. Solo una telefonata alla sindaca che si giustifica come può, rivelandosi poco informata sui fatti, anche perché non direttamente interessata della questione. In realtà in questa storia non c’entrano né Berlusconi, né il Comune di Rosarno. L’opera del berlinese The Wa, infatti, è stata realizzata durante il 2° Festival Internazionale della Rigenerazione Urbana, svoltosi a Rosarno dal 15 al 29 settembre scorso. Insieme a lui, 11 artisti di fama internazionale, 2 università italiane, 3 collettivi di architetti e designer, 2 compagnie di teatro-danza, 40 studenti e professionisti provenienti da tutta Italia e tanti cittadini rosarnesi hanno realizzato la riqualificazione di un quartiere degradato del centro storico; un quartiere i cui problemi sociali ed economici rendono decisamente trascurabili le questioni biografiche di Silvio Berlusconi. D’altro canto, la statua della mano che sorregge una chiesa, richiamante nelle sembianze il Duomo di Milano, è stata sistemata in una piazza della città solo per alcune ore, per permettere all’artista di documentare fotograficamente l’opera. Successivamente coperta in attesa che venisse individuata la sua collocazione definitiva, la scultura è stata nottetempo svelata, senza alcuna autorizzazione, per realizzare le fotografie, poi inviate alle redazioni.
Questa macchinazione diffamatoria, si dimostra ancora più misera nel momento in cui rivela il vuoto assoluto di una piccola classe politica, che nella sua incapacità di lavorare per il territorio si vede costretta a inventare inutili battaglie politiche, al solo fine di giustificare la necessità della propria esistenza. L’associazione A di Città – Rosarno, alla cui azione si deve la realizzazione del Festival, è indignata dal modo in cui lo stesso venga usato per alimentare in modo meschino e sterile la lotta tra i partiti della città. L’amministrazione comunale è coinvolta nel Festival nella misura in cui ha riconosciuto la bontà delle nostre intenzioni e ci ha concesso il patrocinio. Non ha bandito nessun concorso artistico (come figurava erroneamente nell’articolo, poi corretto, pubblicato da Il Giornale on line e su Liberoquotidiano.it), né ha commissionato o finanziato direttamente alcuna delle opere prodotte. I fondi provenienti dalle casse comunali ammontano, come preciseremo meglio anche in occasione della pubblicazione del nostro bilancio economico, a 2000 euro. L’associazione A di Città – Rosarno continuerà a lavorare con i professionisti, le realtà del terzo settore e i cittadini per la coesione sociale, la sostenibilità economica, la promozione dell’arte urbana e la rigenerazione della città, senza mai accettare alcuna strumentalizzazione del nome di Rosarno.