• “Lamezia sa liberarsi delle paure”. Gianni Speranza, sindaco di Lamezia Terme
    02/03/2012 | G. Speranza, sindaco di Lamezia T. | Il Quotidiano della Calabria

    LAMEZIA TERME – Due giorni fa, Lamezia Terme, ancora una volta è stata protagonista di un piccolo grande miracolo. Decine di associazioni, con in testa la comunità Progetto Sud, la Cgil, l’Arci e l’Ala (Associazione lametina antiracket), hanno promosso l’iniziativa “Il giorno che non c’è”, giocando sulla data del 29 di febbraio che si presenta solo ogni 4 anni e sulla speranza e l’auspicio del giorno in cui la ‘ndrangheta non ci sarà più. All’appello hanno risposto in tanti, cittadini, famiglie, ragazzi, parrocchie, istituzioni. E’ stata una giornata bella, nonostante il freddo intenso, iniziata al mattino con uno straordinario incontro con gli studenti degli istituti superiori della città, proseguita con i ragazzi della scuola media Saverio Gatti e conclusa con il cammino che ha attraversato Capizzaglie, testimoniando la voglia di stare insieme e insieme costruire una società senza mafie. Gli atti intimidatori dei giorni precedenti indirizzati contro la Progetto Sud, che gestisce un bene confiscato nel cuore di Capizzaglie, aveva suscitato non poche preoccupazioni e lo stesso era accaduto dopo il raid vandalico della Scuola media Saverio Gatti. Il tentativo era quello di far salire la tensione e scoraggiare così la partecipazione. Anche a questo la città ha risposto. Per liberarsi dalle mafie bisogna innanzitutto liberarsi dalle paure ed è stato bello vedere nei volti dei cittadini che hanno camminato fianco a fianco ai magistrati del Tribunale della città, ai parroci, ai rappresentanti delle associazioni, al prefetto, al vescovo, l’orgoglio di essere una comunità che vuole essere e vivere libera e felice.

     

    gianni speranza, sindaco di lamezia terme

    Voglio ringraziare, ancora una volta, tutti quelli che hanno visto nella nostra città, un punto di riferimento della Calabria che vogliamo e hanno voluto essere presenti insieme a noi anche ieri. So bene che non basta certo una manifestazione o un’iniziativa sola a sconfiggere la ndrangheta e la cultura mafiosa che la sorregge e che quindi avremo davanti altre sfide e altri problemi. Ma la manifestazione di ieri è testimonianza di una città che da tempo è in cammino e che, pur tra mille difficoltà, ha reagito e ha alzato la testa. Tutt’altro che l’antimafia della “parate” occasionali, ma quella quotidiana fatta di tanti impegni e tanti momenti: è la Lamezia Terme di Trame, il primo festival dei libri contro le mafie, di cui stiamo preparando la seconda edizione; è la città che si costituisce parte civile nei processi di mafia, che ha adottato norme sempre più stringenti per impedire le infiltrazioni mafiose negli appalti e nelle forniture dell’amministrazione pubblica; è la città della principale associazione antiracket della Regione e di Rocco Mangiardi, l’imprenditore che ha denunciato i suoi estorsori consentendone la loro condanna; del laboratorio teatrale Capusutta e di quello del “Teatro che non c’era”; della reazione civile e della solidarietà nei confronti delle vittime delle estorsioni e della rinascita come nel caso dell’azienda Godino distrutta da un incendio doloso insieme alla loro abitazione. E’ questa Lamezia che voglio pubblicamente ringraziare e che ho l’onore di rappresentare. E’ questa Lamezia che nonostante difficoltà e fatiche ci fa sperare in un futuro migliore.