LAMEZIA TERME – Combattere la ‘ndrangheta per gioco, si può. Il parco Lilliput di Lamezia Terme è un avamposto di legalità, un laboratorio che fabbrica speranza. Si lavora in trincea, sulle regole, sulla convivenza civile, sull’emancipazione dalla criminalità. Si lavora per un futuro diverso. Dal 1995 il parco rappresenta uno dei pochi, se non l’unico, centro di aggregazione per i giovani di Capizzaglie, un quartiere periferico di Lamezia Terme ad alta densità criminale, dove bimbi e adolescenti crescono da sempre in un contesto degradato, ad alto rischio di devianza criminale. Angela Regio è la piccola grande donna che ha reso possibile tutto questo. Nato da una costola della Comunità Progetto Sud di Don Giacomo Panizza il Parco è stato realizzato, ormai quasi venti anni fa, grazie ad un progetto finanziato con il Fondo Sociale Europeo. Al suo interno si organizzano attività di animazione, giochi sportivi, arte, teatro, cinema e musica rivolti soprattutto a bambini, adolescenti e giovani del quartiere e di tutto il territorio lametino. Attività formative e culturali che mirano a sollecitare esperienze di cittadinanza attiva. Educazione alla legalità ed al rispetto di sé e degli altri. Il rispetto, un concetto fondante per l’esperienza del Parco Lillput. Il rispetto delle regole anzitutto. E’ questa la piccola grande rivoluzione che Angela ha costruito nella sua esperienza legata al gioco. ”Il progetto è nato mettendo insieme 30 giovani di Lamezia – ci racconta – la maggior parte dei quali disoccupati, rom, ex tossicodipendenti. Ed oggi rappresenta una delle realtà sociali più solide della città”.
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