• L’appello di Rinascita per Cinquefrondi. “Riflettiamo, è arrivato il momento di fermarsi tutti”
    10/04/2012 | Rinascita per Cinquefrondi | Comunicato

    CINQUEFRONDI – Quanto sta accadendo a Cinquefrondi ci impone un riflessione comune rispetto alla quale nessuno può esimersi perché è necessario che ognuno si assuma le proprie responsabilità. L’intera comunità ha il dovere di interrogarsi sul dilagante disagio giovanile e di non rimanere indifferente limitandosi a generici ed inutili giudizi.

     

    Le istituzioni, le associazioni, la Parrocchia, la scuola, i partiti, gli ordini professionali e tutta la società civile devono fare una vera e propria rete sociale smettendo ognuno di noi di pensare di curare solo il proprio orticello. È necessario individuare risposte serie e concrete per i giovani al fine di dare loro alternative; è fin troppo facile condannare, ma è troppo difficile per ognuno di noi capire se tutto ciò che bisognava e si doveva fare per dare delle possibilità ai giovani negli anni è stato fatto. Quando ci sono tanti giovani di un paese che vivono nel disagio e che trovano più facile intraprendere le strade della delinquenza rispetto a quelle della legalità e della civile convivenza riteniamo che nessuno possa sentirsi assolto. La strada delle delinquenza da tanti giovani intrapresa testimonia che qualcosa nel tessuto sociale di questo paese funziona male, molto male. Queste problematiche non si risolveranno con inutili convegni, passerelle o proclami.

     

    Forse è necessario che l’intera comunità quotidianamente dia il proprio impegno per la crescita dei “propri figli” – i figli dell’intera collettività, così come è necessario creare reali spazi sociali e culturali per i giovani. Riteniamo necessario riappropriarci di spazi sociali, di ritessere fili culturali nella nostra comunità capaci di scardinare questo processo di imbarbarimento e di solitudine in cui è precipitata da diverso tempo la nostra comunità. Per queste ragioni Rinascita da settimane ragiona sulla necessità di creare una programmazione culturale capace di occupare spazi pubblici oramai isolati per restituirli alla loro funzione sociale. Una programmazione aperta ad ogni idea ed ogni proposta.

     

    Ora però ognuno faccia la sua parte. Coscienti delle difficoltà noi proveremo con grande umiltà a dare il nostro contributo disponibili a collaborare con tutte e tutti, a collaborare con i soggetti attivi che non accettano lo stato di cose presenti.

     

     

    “Se non sono gigli, son pur sempre figli, vittime di questo mondo”
    (Fabrizio De André, La città vecchia)


     
  • 1 commento

    1. Nerone

      Leggendo le dichiarazioni del PD e di Rinascita non si può fare a meno do porsi o sarebbe meglio dire riporsi, una domanda, sempre la stessa: “Ma voi egregi signori dov’eravate?” Dov’eravate cari politici quando toccava a voi fare qualcosa per cercare di cambiare le cose. Proprio così. Perché questo stato di cose non si è verificato dall’oggi al domani, ma è l’epilogo, il più tragico ma forse non imprevedibile, di una devianza giovanile che viene da lontano e che si è fatta via via sempre più strada in coloro che non hanno mai visto qualcuno che offriva loro la mano, quella mano che poteva servire per allontanarsi da ciò che li stava avvolgendo in una spirale senza uscita e che li avrebbe portato al punto di non ritorno.

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