• Le Authority italiane, da enti di garanzia a carrozzoni per il ricollocamento
    05/01/2012 | Giuseppe Campisi | Edicola di Pinuccio

    UN ALTRO DEI MISTERI italiani che rischia di rimanere del tutto irrisolto è senz’altro la necessità di mantenere una ridda di enti e organismi che, benché siano stati istituiti per decreti, leggi e/o leggine e propiziate dall’alone delle finalità di pubbliche utilità, nel corso del tempo si sono rivelati dei veri e propri parcheggi di lusso presso lo Stato centrale per personaggi dallo skyline retro politico e che spesso hanno foraggiato i partiti in termini di posizioni da colmare con uomini reclutati più per la tessera che portavano in tasca che per specifica esperienza intellettuale. Cerchiamo a fatica di farne menzione, nella speranza di non averne dimenticato qualcuno. Ecco allora spuntare, dal 1974 la Consob, che tratta di vigilanza sui prodotti finanziari e sui mercati operanti in borsa; nel 1982 l’Isvap, ovvero l’istituto che si dovrebbe occupare della vigilanza sulle imprese assicurative; nel 1990, l’ Antitrust  organismo che si dovrebbe occupare di concorrenza, conflitti d’interesse, pratiche commerciali scorrette  e sempre nel 1990, la Commissione Diritto di Sciopero, che udite udite  assicura l’esercizio del diritto di sciopero; nel 1993, nasce l’ Ente Nazione per la Digitalizzazione della P.A. che pianifica, progetta, realizza e gestisce sistemi informativi negli uffici pubblici. Dal 1995, l’Autorità per l’Energia e per il Gas, è l’ente che si dovrebbe occupare di concorrenza nel settore dell’energia; ed a seguire dal 1996, il Garante della Privacy   tutela il diritto e la dignità nel trattamento dei dati personali; come è sempre del 1996 la Covip  che si interessa di vigilanza su tutte le forme pensionistiche e quindi, dal 1997, l’Autorità per le Comunicazioni che dovrebbe garantire la corretta competizione tra i gestori di comunicazioni. Nel 1999, viene alla luce quindi l’Autorità per i Lavori Pubblici  con lo scopo di interessarsi alla vigilanza sui contratti dei lavori pubblici. Come non bastassero ecco l’ Autorità Garante del Contribuente per il Fisco e la Burocrazia, già tra noi dal 2000 che tratta delle segnalazioni dei cittadini che denunciano disfunzioni, irregolarità, prassi anomale o irragionevoli del Fisco. Nel 2001 è la volta dell’Agenzia per le ONLUS o Terzo Settore che  vigila sull’applicazione delle norme fiscali dell’Onlus e sulle  attività raccolta fondi e finanziamenti. E’ del 2009, la Commissione per la Trasparenza nelle PA  che si interessa di  indipendenza delle funzioni e di valutazioni delle amministrazioni pubbliche. Poi  l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza istituita nel 2011, che attenziona i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Non male non c’è che dire. Ma cerchiamo di capire come sono strutturati questi enti. Sicuri della vostra noia, partiamo dalla AGCM : 1 presidente, 4 componenti e ben 48 tra uffici e direzioni. L’autorità per l’Energie ed il Gas : 1 presidente, 4 componenti e, giusto per non farsi mancare nulla 47 tra uffici e direzioni con in più 2 enti esterni a supporto. L’Isvap: 1 presidente, 6 consiglieri, 1 vice direttore generale e solo 17 tra uffici e direzioni. La Consob : ovviamente l’immancabile presidente, 4 commissari, 1 direttore generale, 1 vice direttore generale e 21 tra uffici e direzioni. Quindi passiamo all’AVCP :  1 presidente, 5 consiglieri e 4 tra uffici e direzioni. Poi la Commissione di Garanzia sullo Sciopero : 1 presidente, 7 commissari, 1 segretario generale, 6 uffici interni ed 1 esterno di revisione. La Covip : ecco il presidente, 4 commissari, 1 direttore generale, ben 2 direttori centrali e 5 tra direzioni ed uffici. Il Garante della Privacy : 1 presidente, 1 vice presidente, 2 componenti, 1 segretario generale, 9 dipartimenti, 6 uffici di servizio e 5 unità temporanee. Poi L’AGCOM : 1 presidente, 1 capo di gabinetto, 1 segretario generale, 2 vice segretari generali, 5 direzioni e 6 servizi. La CIVIT :  1 presidente, 3 commissari, 1 segretaria del presidente, 4 segretari di commissione e 5 tra uffici e sezioni. L’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza che occupa 1 presidente ed 1 ufficio con 10 componenti.  L’Agenzia per le ONLUS o Terzo Settore con 1 direttore generale e 3 uffici di servizio. Quindi l’Autorità Garante del Contribuente per il Fisco e la Burocrazia attivo presso ogni regione con sede, uffici e personale proprio a delega regionale. E per sfinimento, la Digit-Pa con 1 presidente, 3 membri del comitato direttivo, 1 direttore generale il collegio dei revisori e 19 tra uffici e aree. Insomma, una vera e propria pletora di personale, presidenti, uffici, affitti, reggenze, segreterie e bilanci molte delle quali inutili o accorpabili, che fagocitano ogni anno milioni e milioni di euro, con una cifra che è quasi un mistero e comunque difficilissimo da quantificare, poiché spesso a questi enti si affiancano le miriadi di (volute) consulenze esterne sfornate quasi sempre per elargire favori agli amici dei potenti di turno. In questa vera e propria galassia gravitano poteri ed interessenze che sono il vero motore delle trame di palazzo e di potere che rallentano o velocizzano i processi decisionali a seconda di chi ne sia il manovratore per favorire o sfavorire di volta in volta taluno o talaltro, questo o quel progetto, questa o quella regione, questo o quel politico. Di primo acchito, verrebbe da pensare che con tutte queste Authority l’Italia sia il Paese più garantito di tutta la U.E. Ma di più ancora se si pensa che nel prossimo futuro, pare siano in arrivo l’Autorità di Vigilanza sulle Fondazioni Bancarie e un’Autorità per i Trasporti. Peccato però che la realtà diverga dall’espressione meramente concettuale. Di fatto queste, talune anche nobili, istituzioni spesso sono la diretta emanazione se non propagazione della politica che li nomina, rendendosi ad essa asservite, e difettando in indipendenza, vero principio morale e valore aggiunto che ne consentirebbe il corretto funzionamento in termini di riequilibrio di poteri e disparità nonché la sicura, e sinora abbastanza carente, efficacia pubblica. Giuseppe Campisi.