REGGIO CALABRIA – “La linea dura contro l’abusivismo intrapresa dalla commissione straordinaria che guida il Comune di Marina di Gioiosa Jonica è la dimostrazione che molto si può fare quando sussiste la volontà di tutelare il territorio dall’invasione del cemento, nonostante la presenza della ndrangheta, il sussistere di forti interessi personalistici e di una generale mentalità egoistica, oltre che l’inefficienza burocratica e la scarsità dei mezzi a disposizione degli enti locali”. Così il presidente di Legambiente Calabria Francesco Falcone commenta l’avvio delle demolizioni nel paese costiero della Locride, che ha portato in breve tempo all’abbattimento di immobili e capannoni delle cosche, ma anche di professionisti e impiegati pubblici.
Oltre 50 abusi edilizi censiti dal pool costituito su impulso del prefetto Fausto Gianni, sui quali si interverrà sollecitando l’abbattimento privato o procedendo con le demolizioni coatte nel caso in cui non sussistano i requisiti per accedere al condono. In ogni caso per chi ha commesso gli abusi il conto sarà salatissimo. Un modo efficace per porre fine al fenomeno e scongiurare future cementificazioni selvagge. “Una strada che gli ambientalisti auspicano sia intrapresa al più presto anche dalle giunte a guida ordinaria – aggiunge Falcone – per dimostrare che la politica è ancora capace di governare i territori nel rispetto del bene comune e nell’interesse dei cittadini calabresi”.