L`intellettuale calabrese tira le somme della sua esistenza, sullo sfondo dei grandi eventi del Novecento.
Struggenti immagini in bianco e nero delle coste calabresi aprono l’unità audiovisiva, nella quale Leonida Repaci, scrittore e critico, ripercorre un pezzo della propria vita. Un ulivo cresciuto su una roccia a strapiombo sul mare diventa emblema, nell’immaginario dello scrittore, della Calabria, della sua asperità, del suo carattere difficile, ma anche simbolo della sfida per l’esistenza abbracciata costantemente da questa terra. Nella sua testimonianza, accompagnata da alcuni filmati d’archivio, Repaci ricorda il terremoto da cui Messina e Reggio furono colpite nel 1908. Fu proprio tale evento a spingere molti calabresi ad emigrare; fra questi anche lo scrittore, il quale raggiunse, insieme a parte della sua famiglia, uno dei fratelli, che esercitava l’avvocatura a Torino. Lo scrittore ricorda lo stupore nel vedere come in quella città la gente sembrava condurre serenamente la propria vita, lontano dai disastri che egli si era lasciato alle spalle.
Furono anni difficili, di grande fatica e lavoro, senza il quale, sottolinea Repaci rivolgendosi ai suoi conterranei, “non si ottiene assolutamente nulla”. Per vedere la seconda parte del servizio cliccare qui, si aprirà una nuova pagina.