REGGIO CALABRIA – Come avvenne con la vertenza sul Porto di Gioia Tauro, anche per il destino di Fdc la discussione si sposta a Roma, sperando questa volta però in risultati nettamente migliori.
La sospensione della delibera del Cda di Ferrovie della Calabria del 25 luglio scorso, in cui l’azienda disponeva che il gommato venisse ceduto alle municipalizzate, non è altro che un piccolo sospiro di sollievo per i lavoratori, perché la vertenza rimane tutta in piedi almeno fino a quando non si avranno certezze sul futuro del trasporto pubblico locale ed in particolare sulle Linee Taurensi, chiuse lo scorso 6 giugno senza che ad oggi si sia seriamente lavorato per restituire il servizio a pendolari e studenti che dal prossimo 12 settembre torneranno a scuola quindi con enormi disagi.
Ad oggi, non si intravede alcuna strategia politica in grado di pianificare e rilanciare un servizio che, a mio parere, si vuole solo apparentemente far rimanere pubblico e che invece si mira a trasferire a favore di concessionari privati sovvenzionati dalla stessa Regione.
Ne è prova la chiusura delle Linee Taurensi frutto di un chiaro disegno politico attuato nel silenzio più cupo e coperto fino all’ultimo secondo dall’omertosa posizione della classe politica e da tutti quelli che avevano già assunto una decisione assurda ed irresponsabile, mascherata da motivi di sicurezza rispetto ai quali non si è mai voluto intervenire.
Si è aspettato, dunque, silenti e complici dell’alibi che la chiusura è pervenuta dall’USTIF, quale Organo di Controllo del Ministero dei Trasporti, che ha segnalato appunto la mancanza di sicurezza, cosa risaputa e segnalata da oltre un anno, senza che nessuno di competenza abbia fatto alcunché per porre i rimedi che il caso richiedeva.
Oggi, a pochi giorni dall’apertura dell’anno scolastico, tutto vergognosamente tace, non facendo altro che far perdere ulteriormente credibilità alla politica. Le vertenza Taurensi e la crisi del Porto sono le due facce della stessa medaglia e vanno affrontate con adeguata determinazione e grande unità, affinchè l’azienda possa continuare a svolgere nel nostro territorio un servizio che con efficienza è stato garantito a tutte le nostre popolazioni per moltissimi anni.
Una classe dirigente seria che vorrebbe concretamente il rilancio del trasporto pubblico locale su ferro, partirebbe dal ripiano del debito di FC ad opera di Governo e Regione per poi procedere all’acquisizione integrale dell’azienda da parte della Regione con uno specifico Accordo Quadro per il trasferimento delle risorse, e per infine avviare un processo di razionalizzazione dell’assetto aziendale al fine di ridurre i costi superflui e correggere le storture generate negli ultimi 15 anni, riorganizzando i servizi in modo coor dinato e integrato.
In tal modo, si potrebbe puntare ad un unico grande soggetto del trasporto pubblico locale regionale in grado di gestire in maniera efficiente ed efficace sia il servizio su gomma che su ferro.
Da questi punti imprescindibili si dovrebbe partire per essere credibili, perchè i proclami e la propaganda lasciano oramai il tempo che trovano.
Consigliere provinciale PRC