CINQUEFRONDI – Al Porto di Gioia Tauro i conti non tornano ed il paventato ottimismo dei giorni scorsi da parte di diversi esponenti politici, tra cui in primis il Governatore Scopelliti, lascia spazio oggi a profonde delusioni tra i lavoratori a seguito delle dichiarazioni della dirigenza di MCT, la quale conferma anche per il prossimo futuro un trend negativo che porterà necessariamente a dover rinnovare la CIGS. Purtroppo, l’amara realtà dei fatti è quella che da un lato vede i lavoratori subire turni di lavoro massacranti ed adempiere ai propri doveri con estrema responsabilità e professionalità convincendo così la TIL ad investire sul Porto gioiese, e dell’altro la Medcenter e la Regione assolutamente incapaci di mettere in atto una politica di rilancio serio del nostro scalo. Il clima di tensione tra i lavoratori giustamente aumenta giorno dopo giorno perché non intravedono spiragli positivi per il proprio futuro nonostante l’ingresso della TIL. In questo ultimo anno, infatti, l’unica certezza sono stati gli incentivi dati alla MCT per scongiurare la messa in mobilità dei lavoratori, senza chiederle in cambio alcuna garanzia per quest’ultimi. Perché allora, mi domando, si è voluto far credere che la crisi del Porto fosse dovuta alla scarsa produttività dei lavoratori ? Perché nessuno ha impedito che la MaersK mettesse in atto un piano di delocalizzazione che ha acuito la crisi preso atto che nonostante abbia abbandonato Gioia Tauro, continua stranamente a mantenere un terzo delle quote in MCT ?
Perché si erano illusi i lavoratori sostenendo che l’ingresso della TIL avrebbe consentito loro di tornare a pieno regime lavorativo? La Regione invece di fare sterili proclami, poi immediatamente ridimensionati dalla dirigenza di MCT, non comprende che occorre impegnare somme sul retro porto e sulla logistica per dare fiducia a chi sta investendo sui porti del nord Italia e per dare compiuta attuazione alle previsioni dell’Accordo di Programma Quadro. Rfi Trenitalia sta puntando tutto su Genova e Trieste, abbandonando la Calabria, senza che i parlamentari calabresi ed il Presidente Scopelliti abbiano chiesto una chiara inversione di rotta, preso atto che nel 2008 vi sono stati appositi finanziamenti finalizzati a collegare la rete ferroviaria con il Porto di Gioia Tauro. La preoccupazione è tanta e le risposte concrete poche e per queste ragioni auspico da un lato l’unità sindacale e dall’altro che il Governo nazionale prenda in seria considerazione il rilancio del nostro Porto a differenza del precedente, per evitare quello che potrebbe rappresentare uno scontro sociale molto pericoloso per un territorio che subisce da anni solo scippi senza alcuna seria politica di investimento.