REGGIO CALABRIA – Proprio un anno fa ebbi a dire che l’accordo sulla cassa integrazione rappresentava una grave sconfitta della politica, lamentando in particolare che quella operazione si potesse tradurre solamente in una opportunità data alla Mct per uscire da una crisi produttiva interna senza alcuna garanzia per i lavoratori che rischiavano di essere inseriti in una strada senza ritorno. Oggi, quella mia preoccupazione si sta rivelando fondata perché la strategia aziendale della Mct mira solamente a creare profitti sulle spalle dei lavoratori, ai quali non si può chiedere nulla di più rispetto a quanto stanno facendo con grande senso di responsabilità. I sindacati non firmino alcun accordo sul rinnovo della cassa integrazione senza che Mct scopra le carte e presenti un piano industriale di investimento serio e concreto su Gioia Tauro dando garanzie ai lavoratori ed alle loro famiglie che il tutto si tradurrà in una automatica loro reintegra sul posto di lavoro. L’alibi della crisi produttiva e dei bassi volumi d’affari è oramai venuto meno e le chiare parole del presidente Grimaldi sul trend positivo del nostro scalo pesano come un macigno sulla trattativa, perché riducono al minimo la forza contrattuale ed il ricatto politico della Mct a cui è giunto il momento di dire basta. L’essere passati da 19.000 movimenti settimanali dell’agosto 2011 agli attuali 38.000 deve imporre una strategia diversa per il futuro che cozza quindi con quanto si legge oggi sui giornali, perché se dovesse passare un rinnovo di Cigs alle condizioni imposte dalla Mct, credo si commetterebbe un errore che i lavoratori difficilmente perdoneranno. Rifondazione Comunista sosterrà qualunque forma di mobilitazione si rendesse necessaria per impedire che ancora una volta a pagare siano i lavoratori, perché la c.d. ristrutturazione aziendale non si attua applicando una flessibilità esasperata e speculando sul numero degli esuberi che sono chiaramente inferiori rispetto ai dati forniti dall’azienda. Come si fa a pensare di rinnovare la cassa integrazione per altri 24 mesi, in un anno in cui è lo stesso Grimandi a dichiarare che il trend positivo è stato reso possibile anche grazie ai lavori di manutenzione e di infrastrutturazione messi in atto e portati a compimento dall’Autorità portuale di Gioia Tauro, lasciando intendere che i volumi di affari potrebbero ancora ulteriormente migliorare? Da diversi mesi si susseguono solo proclami e passerelle intorno al porto di Gioia Tauro, senza mai alcun concreto risultato che ne rilanci la credibilità sul piano internazionale, come se si fosse rassegnati ad avere uno scalo che sulla carta è il primo del mediterraneo ma nei fatti destinato a morire e con esso le residue speranze dei lavoratori che sono in cassa integrazione. La dignità dei lavoratori del porto non deve essere sacrificata in cambio di nulla, perché bisogna pretendere che Mct dia a Gioia Tauro la stessa attenzione e lo stesso rispetto che sta concedendo ai porti del nord Italia e sono certo che in tal senso i sindacati sapranno fare valere le ragioni di chi non vuole e non merita di essere tradito.