REGGIO CALABRIA – La notizia che i commissari del Comune di Reggio hanno deciso di procedere anche alla privatizzazione del lido comunale “Zerbi”, facendo gravare i costi della gestione sui cittadini reggini non fa altro che andare in una direzione diametralmente opposta alla concreta proposta di ripubblicizzare i servizi comunali avanzata in queste settimane da associazioni e partiti di Reggio. Tutte le aziende della galassia comunale devono essere pubbliche (non più delle aziende privatistiche di proprietà del comune con una logica da Spa) così come devono tornare pubbliche quelle privatizzate negli scorsi anni, perché devono essere l’ossatura dei servizi pubblici locali della futura città metropolitana. Dopo lunghi anni di gestione clientelare e di assunzioni di amici e camerati, come è avvenuto soprattutto con la giunta Scopelliti, bisogna tornare ad una gestione corretta, in modo che queste aziende oltre a garantire servizi migliori possono creare nuova occupazione e garantire anche profitti per tutta la collettività. Questa scelta è l’ennesima prova, come abbiamo più volte sostenuto, che il debito lo si vuol far pagare ai cittadini reggini.
La privatizzazione dei servizi non è la via d’uscita dalla crisi, anche perché si dimentica che il Comune di Reggio Calabria è stato sciolto per infiltrazione mafiosa nelle aziende partecipate e, precisamente, nelle quote che deteneva il privato. Pertanto, invece di raccogliere le proposte che vengono dal Comitato “Ripartiamo dai servizi pubblici”, i Commissari per risolvere i problemi, decidono di privatizzare tutto utilizzando la ricetta che ha portato ai risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Infatti, se il privato fino ad ieri consentiva l’infiltrazione della mafia con quote di minoranza, d’ora in poi, acquisendo tutte le quote, come si impedirà l’infiltrazione mafiosa? Siamo davvero al paradosso, e la scelta di continuare a privatizzare i servizi pubblici essenziali è ancora più grave in considerazione della sentenza n. 199/2012 della Corte Costituzionale sui servizi pubblici locali, in base alla quale agli enti territoriali viene finalmente riconosciuta la possibilità di tenere fuori dalla stretta logica di mercato i servizi essenziali per la vita dei cittadini. Per tutte queste ragioni, bene ha fatto Sel a depositare la petizione popolare ai tre Commissari per dire stop ai privati, come è altrettanto giusto sostenere la piattaforma programmatica del Comitato “Ripartiamo dai servizi pubblicI” in vista della manifestazione pubblica di sabato 8 giugno, in quanto solo attraverso la gestione pubblica dei servizi si può giungere ad una idea diversa di gestione della città di Reggio Calabria garantendo diritti, trasparenza e partecipazione dei cittadini alla vita politica e amministrativa.