CINQUEFRONDI – In un contesto di crisi economica, che sta per assumere tratti sempre più drammatici, iniziano ad essere messi in discussione anche i diritti fondamentali degli individui. In Calabria la crisi del Trasporto Pubblico Locale, crisi che parte da lontano in un intreccio di prebende pubbliche, malaffare e malapolitica comportanti come risultato evidenti disagi per la popolazione tutta, pone in maniera sempre più stringente la necessità di discutere sul tema di quei diritti fondamentali sostanzialmente negati ai calabresi (si pensi alla sanità….), e nello specifico sulla compromissione del diritto alla mobilità delle persone. Oltre tutto, le risposte alla crisi economica o sociale, con tutte le legittime proteste che si levano, come sta succedendo anche in altri Paesi, sono troppe volte inaccettabili per uno stato che si definisce di diritto, che, non trovando niente di meglio, si accanisce con violenza sempre più con chi manifesta una situazione d’insostenibilità, soprattutto lavorativa, mirando così a salvaguardare il carnefice piuttosto che a tutelare la vittima. Traendo spunto dalla crisi che appare come irreversibile delle Ferrovie della Calabria, la più grande azienda pubblica calabrese che conta circa mille dipendenti, e dalla drammatica vicenda dei giorni scorsi sfociata nelle cariche di polizia contro i dipendenti di un’azienda di trasporti privata si terrà Mercoledì 28 settembre a partire dalle h.17,30 a Cinquefrondi presso i locali della Mediateca Comunale un incontro pubblico a carattere regionale promosso dal Partito della Rifondazione Comunista sul tema “I padroni non li picchia nessuno…Storie di repressione e diritti negati nella Calabria del terzo millennio” che vedrà la partecipazione anche del segretario nazionale del Prc Paolo Ferrero. Un incontro fortemente voluto dal Prc regionale per evidenziare la propria posizione sui temi dei diritti negati, della crisi economica e morale in Calabria, della necessità di riorganizzare i servizi pubblici in maniera efficiente ma soprattutto salvaguardandone l’aspetto “pubblico” messo in discussione dai famelici di turno, ed occasione per affermare che i comunisti anche nel terzo millennio, ritengono esista la lotta di classe ed intendono ribadire senza tentennamenti di stare dalla parte dei lavoratori.