• “Morire sì giovane e in andropausa”. Al Filodrammatici di Milano l’atto unico prodotto dai calabresi di Scena Verticale
    16/09/2012 | Compagnia teatrale Scena Verticale | Comunicato

    MILANO – “Morire sì giovane e in andropausa”, un atto unico in otto quadri e canzoni, sarà in scena martedi 18 e mercoledi 19 settembre, ore 19:30, al Teatro Filodrammatici di Milano. L’opera, prodotta dai calabresi di Teatro Verticale, è firmata da Dario De Luca e Giuseppe Vincenzi e musicata dalla Omissis Mini Orchestra. Pubblichiamo un video con un estratto dello spettacolo e una nota informativa. Per ulteriori informazioni:  info@teatrofilodrammatici.eu

     

    Secondo il vocabolario italiano Treccani, giovane è colui “che è nell’età giovane…che non ha ancora l’età per.. contrapposto a vecchio (anagraficamente)”. Per la società italiana, giovane ha due accezioni differenti: un uomo non appartenente alla casta è definito Giovane per giustificare il fatto che nonostante i suoi 80 anni ancora non si è seduto su alcuna sedia. Un uomo appartenente alla casta è definito Giovane per giustificare il fatto che nonostante i suoi 80 anni ancora non molla la sedia. In Italia siamo sempre troppo Giovani per avere diritti sociali che ci spetterebbero, mentre per tutto il resto l’età conta e avanza regolarmente: possiamo dire che abbiamo l’età in lire e i diritti in euro! Per questo motivo oggi nel nostro Paese c’è un’intera generazione di giovani che muore. E muore soffocata da una Società, da una Politica, da uno Stato killer che non piange questi giovani, né se ne sente minimamente responsabile. Un progetto figlio naturale, in senso artistico, di Giorgio Gaber e del suo Teatro-Canzone; nipote acquisito di zio Enzo Iannacci; fratello minore, di secondo letto, di Paolo Rossi. Canzoni dalle liriche semplici, monologhi dal linguaggio chiaro per una sintesi poetica che sia efficace, diretta, in qualche modo quotidiana. Lo scopo? Portare in scena la voce di una collettività, evidenziare bisogni e desideri di una generazione, quella dei trenta-quarantenni, lasciati in mutande da una società gerontocratica e senza futuro. Con la musica, le parole e una sana ironia.