• Monte dei Paschi di Siena ed il salvagente (comodo) dei Tremonti Bond. 4 miliardi di buoni motivi per essere sospettosi
    27/06/2012 | Giuseppe Campisi | Edicola di Pinuccio

    SUI “TREMONTI BOND” il Governo ha dato il proprio placet sentito il parere di Bankitalia e Ministero dell’Economia. Quindi l’operazione della banca Monte dei Paschi  è stata ammessa per un ammontare massimo di 2 mln di € che sommati a quelli già sottoscritti nel 2009  1,9 miliardi di €  lieviterebbe così a quasi quattro miliardi di aiuti, ben sopra all’attuale capitalizzazione di Borsa di Mps, che si aggira attualmente sui 2,4 miliardi. Spieghiamo che i Tremonti bond sono obbligazioni bancarie speciali emesse dagli istituti di credito quotati che siano in sane condizioni finanziarie.  Questi titoli sottoscritti dal ministero dell’Economia  hanno l’obiettivo di rafforzare il capitale di vigilanza “Core Tier 1” (indicatore percentuale che misura la solidità patrimoniale delle banche) e, di conseguenza, favorire l’erogazione del credito a famiglie e imprese.  Si è risposto così alla richiesta dell’Eba, l’autorità bancaria europea, indirizzata ai vertici del Monte di colmare il deficit di 3,3 miliardi di euro e portare il Core Tier 1 al 9%. Contestualmente i vertici dell’istituto di Rocca Salimbeni hanno presentato, per mezzo dell’amministratore delegato Viola e del neo-presidente Profumo, il piano industriale a valersi per il periodo 2012-15 che prevede, come riportato in un comunicato della stessa banca, tra l’altro,  la chiusura di  400 filiali  ed una previsione d’esubero di 4600 dipendenti. 

     

    La nota informa che - ”Il personale di Banca Mps si ridurrà di qui al 2015 di 4.600 unità, per effetto delle cessioni di asset, della razionalizzazione del gruppo, dell’esternalizzazione (outsourcing) delle attività di back office e dei processi di esodo per coloro che hanno maturato il diritto alla pensione” – . Ed ancora, sono previsti la riduzione dell’organico di 100 dirigenti (il 20% del totale) ed un taglio una tantum del 5% (!) della retribuzione per 12 mesi (?). Secondo la scaletta, ci sono circa 30 giorni di tempo dalla richiesta per procedere alla sottoscrizione. E dire che questa soluzione era nell’aria comprensibilmente dopo l’esplosione dello scandalo sulla “generosa” acquisizione da parte di MPS del gruppo bancario Antonveneta. Ricordiamo che nel 2005 la banca Antonveneta fù acquistata da Abn Ambro per 7,5 miliardi di euro. Dopo solo due anni, nell’ottobre 2007, la stessa banca venne venduta al Banco di Santander per un prezzo complessivo di 6,6 miliardi di euro assieme a Interbanca. Un mese dopo, cioè nel novembre dello stesso anno, l’MPS comprò la sola Antonveneta, senza Interbanca, da Santander, per 9 miliardi di euro. Come dire, non proprio un affare. O meglio l’affare, con tutta evidenza, lo realizzarono gli spagnoli di Santander con una plusvalenza di ben 2,4 mld di €. (+ 0,9 mld € da ABN).

     

    I termini finanziari dell’operazione tutt’ora non molto chiari videro un recupero di risorse da varie fonti, attingendo liquidità della Fondazione attraverso  l’aumento di capitale di 5 miliardi, con l’emissione di obbligazioni fresh per 1 miliardo e  l’emissione di un subordinato per 2,2 miliardi, con l’utilizzo dei Tremonti Bond per altri 1,9 miliardi e, infine, svendendo “asset in portafoglio” per 2 miliardi. Ora, trattandosi di aiuti di Stato che peraltro dovrebbero esser utilizzati per implementare l’impegno erogante a favore di PMI e famiglie, l’onere piuttosto gravoso in sostituzione di ben 3,9 mld di € ( 1,9 del 2009 + gli attuali 2) di Tremonti bond di prossima sottoscrizione preso dal Governo sarebbe bene che venisse meglio monitorato tutorandone più adeguatamente l’utilizzo, per non incorrere nel rischio di ritrovarci (tutti noi) ancora una volta e nostro mal grado coinvolti in spericolate operazioni di pura speculazione ( come quella raccontata del 2007, ndr) che di indirizzo strutturale o di salvaguardia sociale hanno avuto ben poco a che fare. Che le illuminanti vicende di raggiri di stato, Alitalia e Ferrovie solo per citarne alcune piuttosto recenti, non rimangano magistrale letteratura di dissipazione a perdere di danaro pubblico. Giuseppe Campisi