REGGIO CALABRIA – Le risultanze delle due encomiabili inchieste denominate “Sistema” e “Assenzio” – condotte dalla DDA di Reggio, guidata dal Procuratore dr. Ottavio Sferlazza insieme al Pubblico Ministero Stefano Musolino, in piena sinergia con i Carabinieri, la DIA e la Guardia di Finanza, – rappresentano una nuova tragica conferma del putrido sistema di potere affaristico-mafioso che avvolge e strozza il nostro territorio. Il pieno coinvolgimento dell’ennesimo esponente politico, tra gli indubbi protagonisti del modello-Scopelliti, sia nella qualità di consigliere comunale, eletto nelle elezioni comunali del 2002 nella lista di AN e in quelle del 2007 nella lista “Alleanza per Scopelliti” (sempre a sostegno dello stesso Scopelliti), che di assessore comunale, è, quindi, un nuovo sigillo che certifica la totale commistione e l’imponente pervasività della ndrangheta nei gangli del potere politico ed economico reggino. E’, drammaticamente, lampante l’enorme forza e l’altissimo livello di infiltrazione nelle Istituzioni che le temibili e pericolose cosche della ndrangheta, in primis quelle di Archi, riescono ad avere con la piena complicità e connivenza di amministratori della cosa pubblica.
E’, ancora una volta, la Multiservizi il nefasto crocevia e la tappa obbligata degli intrecci affaristico-mafiosi che hanno governato la città. Una società mista che, come abbiamo sostenuto per lungo tempo in maniera solitaria, era l’esclusiva “riserva di caccia” del gotha della ndrangheta reggina. Si è addirittura arrivati allo scempio morale ed etico rappresentato dal fatto che il Comune, la massima istituzione cittadina, era, nei fatti, in società con la ndrangheta. Fatti ed episodi scoperti dalla Magistratura, ma che, con orgoglio, noi Comunisti Italiani abbiamo pubblicamente sostenuto da moltissimo tempo, subendo, per questo, pesanti e indegni attacchi personali. Il lavoro della DDA ha evidenziato come le nostre denunce fossero assolutamente fondate e veritiere. Pertanto, ribadiamo il pieno sostegno all’azione della DDA e delle Forze dell’Ordine per l’incessante attività che, quotidianamente, svolgono con grande coraggio e con enormi difficoltà per l’affermazione della legalità e del rispetto delle regole. In tal senso, invitiamo la DDA ad andare avanti e a proseguire, senza sosta, nell’azione di repressione e di lotta contro la ndrangheta e le sue infinite infiltrazioni.
Contestualmente crediamo che, a questo punto, sia importante, quasi indispensabile, ristabilire la verità anche su quanto avvenuto nelle elezioni regionali del 2010. La Calabria onesta e pulita ha il sacrosanto diritto di sapere per quale Presidente della Regione e per quale Consigliere regionale hanno votato le cosche della ndrangheta, a partire da quelle di Archi. Auspichiamo che, rapidamente, si possano sapere e, contestualmente, vengano perseguiti gli squallidi personaggi che, in maniera palesemente trasversale, hanno chiesto e ottenuto l’appoggio delle cosche mafiose. Per farsi un’idea del livello di penetrazione e di trasversalità basta andare a leggere, per esempio, i dati elettorali relativi alle preferenze ottenute dai candidati alle elezioni regionali nel quartiere Archi, il regno delle cosche Tegano e De Stefano. Basterebbero solo questi numeri per comprendere i destinatari, trasversali, del sostegno mafioso. I numeri, coniugati alle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, lasciano poco spazio all’interpretazione o alla fantasia.
Pertanto, a questo punto, siamo assolutamente convinti che non ci possano essere zone d’ombra poiché i calabresi devono sapere la verità, chiara e inequivocabile, su quanto è accaduto ad Archi, nella città e nella provincia di Reggio alle elezioni regionali del 2010.Si tratta di un aspetto dirimente e fondamentale per la credibilità e la tenuta delle Istituzioni e della democrazia che passa obbligatoriamente dall’ormai inevitabile scioglimento del Consiglio Comunale di Reggio Calabria: una scelta forte e dura, ma assolutamente necessaria.