CINQUEFRONDI – Rilanciamo l’appello di numerose associazioni che a livello nazionale hanno dato vita a una campagna di solidarietà nei confronti di Anna Maria Scarfo’, la ragazza i San Martino di Taurianova vittima per anni di violenze e soprusi. L’invito, che facciamo nostro, è di presenziare alle udienze del processo esprimendo cosi una solidarietà attiva ad Anna Maria e alla sua famiglia.
Ecco il testo integrale.
La prossima udienza del processo in corso a Cinquefrondi sulle ingiurie e le minacce subite da Anna Maria Scarfò si terrà lunedì 27 febbraio alle ore 15. La scorsa settimana eravamo in ventitré accanto a lei, giunti da Reggio Calabria, Catania, Milazzo e Palermo. L’abbiamo accompagnata e sostenuta in silenzio, in un’aula affollata dai parenti dei sedici imputati e dagli stessi imputati. I quali sono tutti a piede libero tranne due, in carcere non per le violenze perpetrate ai danni di Anna Maria, ma per reati di droga.
Le loro donne li hanno riempiti di baci e sorrisi a distanza. Mamme, suocere, mogli, sorelle, figlie che, di fronte agli stupri iniziati da quegli “uomini” ai danni di Anna Maria quando era appena tredicenne e proseguiti per tre lunghi anni, non hanno mostrato reazioni, se non quella di colpevolizzare la ragazza e marchiarla come una “poco di buono” da isolare, ingiuriare, minacciare, tanto da costringerla a vivere ora nascosta in località segreta lontana dalla sua terra. Sei di quelle dodici “belve” sono state già condannate con sentenza definitiva. Ma la battaglia di Anna Maria non si è ancora conclusa. Altri sei sono stati condannati in primo grado e si attende l’appello, mentre a Cinquefrondi è appunto in corso il processo sulle ingiurie e le minacce, subite da lei e dalla sua famiglia per la sola “colpa” di aver parlato, di aver trovato il coraggio di denunciare il branco e di “infangare” il paesino di San Martino di Taurianova, dove i fatti sono successi.
Noi vogliamo ancora una volta dire NO alla violenza fisica, ma anche alla violenza morale usata da un’intera comunità, che, nel silenzio e nell’indifferenza di tutti, si è schierata e scagliata contro la vittima e a favore dell’aggressore. Vogliamo ancora far parlare la nostra presenza. E lunedì pomeriggio saremo di nuovo al fianco di Anna Maria, contenti di aver già ricevuto altre adesioni alla nostra iniziativa.
Per la prima volta in dieci anni, dalla sua prima denuncia, Anna, oggi ventiseienne, non si sente più sola. Si sente finalmente protetta dal calore delle persone che hanno avuto la voglia e il coraggio di entrare con lei in quell’aula di Tribunale, dinanzi agli sguardi torvi di chi era lì, per l’ennesima volta, a giudicarla come una “malanova”. Vi chiediamo quindi di aderire al nostro appello. Di venire assieme a noi a Cinquefrondi, perchè la solidarietà non sia solo a parole, non sia solo il solito messaggio vuoto e sterile.
Stare in aula accanto ad Anna Maria significa dare la forza ad altre donne, che hanno subito e subiscono violenze, di denunciare e ribellarsi. Significa ribellarci noi stessi di fronte a chi, con la sopraffazione e una mentalità mafiosa, si è impadronito della nostra terra. Significa riappropriarsi di questa terra e contrastare quel destino di migrazione a cui sembra “condannato” chi non vuol rimanere inerte di fronte alle ingiustizie e vuole vivere la sua vita onestamente senza dover “scappare”. Diamo appunto voce alla parte onesta della società e isoliamo quella “marcia”.
Iniziamo a farlo partendo da Anna Maria.
Fondazione “Giovanni Filianoti”
Associazione Antimafie “Rita Atria”
Le autrici di “Non è un paese per donne”
Le Siciliane – Casablanca
Libera – Reggio Calabria
Comitato “Se non ora quando?” – Reggio Calabria
Associazione “Jineca” Reggio Calabria
Stopndrangheta.it
Centro antiviolenza sulle donne e sui minori “Margherita”
Arcigay “I due mari”
Auser territoriale di Gioia Tauro
Associazione Parallelo 38 Taurianova
ActionAid