Cari amici e lettori dell’Edicola, questa di Seneca mi appare come frase adatta per chiosare la riflessione che desidero proporre a voi in quest’ultimo giorno dell’anno. Un anno tormentato, inquieto,come tanti altri ma con un preoccupante assottigliarsi della speranza nel futuro per la generazione dei giovani,la generazione 35%, come purtroppo viene definita,riferendosi al tasso di disoccupazione. In questi giorni il mio pensiero,complice il cuore e anche l’altra parte di mè che mi alimenta in simbiosi, si è ripetutamente rivolto a due personaggi di un continente,il Sud America, al quale noi calabresi siamo fortemente legati. Non saranno in tanti in Italia a conoscere Josè(detto Pepe)Mujica,dal 2010 Presidente della Repubblica dell’Uruguay;sono invece in tanti,tantissimi a vivere onestamente, sobriamente,semplicemente, come fa lui nel suo Paese,orgogliosi dell’essenzialità,romantici nella nuova povertà,amanti della terra,l’alleata più fedele dell’uomo.
Siamo colpiti e storditi da una condizione politico-economica e da modalità di comunicazione politica che ci offendono tramite l’invadente gattopardismo dei loro rappresentanti,i quali mai hanno rinunciato a danaro,potere,privilegi e benefici derivanti dal loro status. Di fronte a questi figuri,a tali boiardi e alle loro inqualificabili boiate,ad ex boia chi molla col bastone(per soggerrersi) berlusconizzati,la nobile figura di Pepe Mujica,Presidente 77enne della Repubblica dell’Uruguay appare come una fulgida stella che,appunto per exempla e non per pracepta,mostra al mondo come la politica è intesa e vissuta come servizio alla Nazione e quindi al popolo e l’onestà il suo valore imprescindibile.
Un uomo che dona in beneficenza il 90% dei suoi 10 mila euro di stipendio di Presidente,che si sposta in auto utilitaria,che non vuole una scorta,che parla direttamente con i suoi concittadini, che afferma mirabilmente: “Dicono che sono il Presidente più povero del mondo,ma io non mi sento povero. I veri poveri sono coloro che lavorano solo ed esclusivamente per cercare di mantenere uno stile di vita costoso,e vogliono sempre di più. E’ una questione di libertà. Se non si posseggono molti beni,non c’è bisogno di lavorare tutta la vita come schiavi per mantenerli e quindi, si ha più tempo per sé stessi”. A toccare le corde del sentimento,anche per il suo attuale stato di salute,a nobilitare la politica intesa come formazione di una coscienza nazionale collettiva,c’è in America Latina quella di Ugo Chavez,il grande presidente socialista del Venezuela, un Uomo con un alto senso dello Stato e con un grande patrimonio,insostituibile nei grandi uomini che conducono i loro popoli attraverso il socialismo:il coniugare i valori etici dello Stato a quelli tradizionali della Nazione a quelli sacriosanti rappresentati dal Lavoro,alla difesa Nazionale dall’imperialisnmo yankee,imprescindibilmente da quelli rappresentati dall’umiltà assoluta dell’Uomo verso l’Unico vero Re della vita e dell’universo,che è Dio.
Ugo Chavez ed il Venezuela sono questo e dunque sono altro rispetto alle forme di socialismo novecentesco,incapaci di queste coniugazioni perche nella loro storia sono state portatrici di quel “peccato originale” dottrinario e filosofico che sottrae tantissimo all’animo, all’opera umana e ai sistemi socialisti,che ha nome materialismo. Per Pepe Mujca ed Ugo Chavez arriba la vida y la victoria,siempre !!! Amici e lettori di EDP, un grande augurio affinché nell’Anno che fra poche ore arriverà splenda per voi e per i vostri cari la stella della salute,della serenità,della speranza,della sobrietà e del servizio. E che la Provvidenza Divina sia sempre presente nelle vostre giornate. Mimì Giordano