CINQUEFRONDI – E’ una bella giornata di metà novembre, il sole bacia Cinquefrondi e la Piana di Gioia Tauro, il tempo ideale per una visita al convento di San Filippo dove sono in corso i lavori di pulizia per l’eliminazione della foltissima vegetazione che lo assediava da tempo. E’ un lavoro complicato per gli operai chiamati ad estirpare rovi e fusti di vegetazione spontanea lasciata crescere senza interventi per anni. Più interessante e certosino sarà il lavoro degli studenti e degli archeologi che, nella prossima settimana, affiancheranno ai lavori in contrada Mafalda presso la villa romana, anche quelli di questa contrada posta sul costone laterale destro dell’alveo del torrente Sciarapotamo. Già nel 2002 si era avviata una prima campagna esplorativa, ma il Convento di San Filippo d’Argirò, nel tempo, è stato oggetto di altri approfondimenti. Uno di questi è stato svolto dal Centro Studi “Musappe” di Cinquefrondi che ha prodotto un importante documento, che l’Edicola di Pinuccio vorrebbe pubblicare nel proprio spazio. In attesa di conoscere gli sviluppi dell’attività dei gruppi di lavoro impegnati negli stages, vi proponiamo immagini appena carpite dell’imponente struttura del convento. Siamo convinti che la maggior parte dei cittadini cinquefrondesi non conoscono nemmeno l’esatta ubicazione di questo tesoro. Tra tutte le immagini una è degna di particolare attenzione. All’interno di uno dei locali, perfettamente asciutto, le opere di canalizzazione di liquidi che confluivano all’interno di giare (si nota ancora la forma delle stesse in una sorta di calco) e di vasche di raccolta. Intonaci ancora conservati, corridoi e cunicoli tra di loro collegati e che rendevano ogni punto dell’intera struttura facilmente raggiungibile da ogni parte. Non aggiungiamo altro ed attendiamo con ansia altro materiale da rendere a tutti i lettori.