CINQUEFRONDI – Carlo Carlino e Pippo Tropeano due cinquefrondesi illustri, sconosciuti. L’iniziativa tra memoria ed attualità dell’associazione culturale Edicola di Pinuccio ha voluto restituire così con una serata a tema – la prima di una lunga serie, è stato preannunciato dagli stessi promotori a cui seguirà comunque la seconda parte di domani con un colloquio con il professore Vito Teti ed il magistrato Nicola Gratteri – i giusti meriti a due concittadini impegnati capo e collo in politica e nel mondo della cultura per troppo tempo a margine dell’orizzonte della notorietà.
Anni diversi, epoche diverse ma il filo rosso comune della pervicace appartenenza alle proprie radici ha unito queste due figure distanti poche longitudini nel loro operare e riscoperte “in un percorso di rivalutazione della nostra storia” ha affermato nei suoi saluti il sindaco Michele Conia. Riflessioni condivise da Michele Albanese, che ha ideato e moderato l’incontro, richiamando al “dovere delle memoria per una comunità che vuole vivere”. E’ toccato quindi al giornalista Bruno Gemelli e all’esponente politico di lungo corso Peppino Lavorato, alla presenza discreta dei familiari, rievocarne il ricordo.
“La Calabria è una regione che non ha memoria – ha esordito la prima firma del Quotidiano del Sud – e Carlino, al netto di Cinquefrondi, è stato dimenticato al pari di Dulbecco e Berto” spiegando poi l’incontro casuale divenuto amicizia con lo stesso Carlino, trasferitosi a Catanzaro, definito un intellettuale europeo. Saggista, scrittore, redattore, critico d’arte sono solo alcuni degli aggettivi usati da Gemelli per definire Carlino “personaggio di una cultura enorme” ricordandone il carattere forte e dolce al tempo stesso e l’attaccamento alla sua terra quali tratti distintivi la sua personalità di uomo di cultura marcatamente meridionale ma con ramificazioni ideologiche ed interessi a larghissimo spettro. Un antesignano illuminato “su cui la Calabria è stata abbastanza matrigna” ha infatti concluso Gemelli.
Il contributo su Tropeano da parte di Peppino Lavorato è stato il frutto di un’analisi socio-politica del contesto temporale nel quale lo stesso si è trovato ad operare. “Un maestro – ha chiarito subito Lavorato – il cui comportamento è stato scuola per me”. Un politico, Pippo Tropeano, ma prima di tutto un osservatore attento della realtà che lo circondava con una capacità di fiutarne, interpretandoli, gli accadimenti futuri che da esponente del PCI pianigiano ne hanno innalzato le doti umane e le qualità politiche al rango dirigenziale tese alla salvaguardia delle classi più deboli ed al contrasto del nascente quanto in ascesa associazionismo mafioso avido di potere e di interessenze affaristiche e clientelari, ha spiegato Lavorato. Un uomo integro ed un politico onesto cui ancora riecheggiano le gesta dell’impegno a favore delle lotte bracciantili degli anni ’70 con la cui dipartita nel 1980, ha concluso l’ex deputato “si spense il più lucido pensiero politico della Piana”.
Spazio agli interventi brevi dell’ex sindaco Alfredo Roselli che ha ricordato un convegno sulla figura di Carlino promosso dalla sua amministrazione, mentre la figlia di Tropeano, Caterina, ha voluto fissare il ricordo del padre come quello di un uomo politico votato alla causa del bene comune. Nel corso dell’evento è stata lanciata l’idea di promuovere una raccolta di testi ed opere di Carlo Carlino da mettere a disposizione di quanti ne volessero approfondire il cursus letterario e culturale da custodire a Cinquefrondi ed anche la proposta di stimolare la produzione di una tesi universitaria sulla figura politica di Pippo Tropeano. Un convegno con lo sguardo rivolto alle nuove generazioni chiamate a riappropriarsi di una parte poco conosciuta della propria identità politica e culturale.