• Presidio San Ferdinando. I cittadini alla riconquista del mare
    29/08/2016 | Dott. Geologo Michele Ieraci | Comunicato

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    Il luglio 2016 sarà a lungo ricordato dalla popolazione di San Ferdinando: ennesimo sversamento in quello che sarà ribattezzato proprio in questa occasione “il canalone dei veleni” con conseguente manifestazione popolare e interessamento mediatico alla vicenda.  Il canalone, costruito originariamente per la raccolta delle acque meteoriche delle zone industriali e successivamente utilizzato anche per le acque bianche, sembra ospitare tutto tranne che ciò a cui era destinato. Già nel maggio del 2009 l’associazione “San Ferdinando in Movimento” segnalò la presenza di numerosi rifiuti abbandonati nel canalone alla Commissione Straordinaria che ai tempi governava la cittadina. Da allora altri episodi si sono succeduti fino ad arrivare all’ odierna situazione che ha portato alla costituzione del “Comitato 7 Agosto”, formato da cittadini attivisti che, proprio nella data che ha dato il nome al comitato, hanno denunciato la presenza di liquami contaminati, finiti in mare a causa del mal tempo.  Grazie al loro presidio e le dure battaglie, per le quali sono stati addirittura offesi aspramente, sono iniziati gli interventi per mettere in sicurezza il sito. Sono stato sul posto, qualche giorno fa, a toccare con mano la situazione dopo aver discusso dell’accaduto con gli attivisti, i quali mi hanno illustrato gli eventi e i dati riguardanti l’ennesimo scempio a carico del nostro amato territorio. I risultati delle prime analisi effettuate appaiono ai miei occhi terrificanti viste le altissime concentrazioni di idrocarburi e metalli pesanti riscontrate (tra i quali cadmio, cromo, mercurio, bromo, arsenico), il tutto reso ancora più disgustoso dalle immagini che avevo davanti a me: enormi quantitativi di sedimento contaminato e centinaia di metri cubi di liquidi così neri e maleodoranti che pensarli riversati in acque, un tempo cristalline, mi ha fatto davvero tremare. Essendomi occupato di bonifica e consulenza ambientale dovrei essere ormai abituato a tutto ciò ma la sensazione è sempre uguale: è come rivivere quell’ incubo ricorrente che ti fa svegliare nel cuore della notte affannato e con un nodo in gola. Nonostante siamo ormai al corrente di quanto i nostri territori siano stati “violentati” negli anni tanto da alimentare innaturali diffusioni di gravi patologie di ogni genere, ci ostiniamo a continuare questa diabolica opera come se l’ambiente in cui viviamo fosse una dimensione separata dallo stesso uomo, che altro non dovrebbe essere se non un piccolo e umile ospite. Ci affanniamo a costruire grandi opere di ogni genere annientando la natura e gli esseri viventi pur di ottenere denaro e comodità, dimenticandoci che il bene a cui dovremmo tenere di più è la salute, unica cosa che con tutti i soldi di questo mondo non potremo mai comprare. Onore ai piccoli grandi eroi che hanno saputo combattere per la terra che li ospita e che non smetteranno mai di farlo. Invito tutta la Piana e non solo a sostenerli nella loro battaglia perché è la battaglia di tutti per il bene di tutti. Mai come in questi tempi bui risulta così attuale il pensiero del visionario Walt Whitman: “Dopo aver esaurito quel che t’offrono affari, politica, allegri simposi, amore e così via – e aver scoperto che niente di tutto ciò alla fine soddisfa o dura in eterno – che cosa ti resta? Resta la Natura; portar fuori dai loro torpidi recessi le affinità tra un uomo o una donna e l’aria aperta, gli alberi, i campi, il volgere delle stagioni – il sole di giorno e le stelle del firmamento la notte”.

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