• Presunto caso di malasanità a Polistena, il medico indagato: “Fiducia nella giustizia, ma i processi si fanno nei tribunali e non sui giornali”
    19/01/2013 | Pietro Interdonato, medico | Comunicato

    POLISTENA – Io sottoscritto Interdonato dottor Pietro, medico presso la Divisione di Ostetricia dell’Ospedale di Polistena, che da quanto riferisce l’Avv. Antonino Napoli (che tutela gli interessi della parte civile) è da ritenere, congiuntamente al Dott. Romeo, responsabile di un episodio di malasanità. Pur, non essendo responsabile di quanto mi viene contestato, ho, tuttavia, da sempre manifestato completa fiducia nella Giustizia ed è mia intenzione continuare a manifestarla questa fiducia anche nel futuro. Resto convinto però che i processi vadano celebrati nella loro sede naturale, e, cioè, nelle aule di giustizia, e non sulle pagine dei giornali. Mi rifiuto di pensare infatti che una eventuale spettacolarizzazione possa sostituire il giudizio pacato ed equilibrato di un Magistrato, così come mi rifiuto di pensare che si possa speculare attraverso la pubblicità sulle miserie e sulle amarezze umane. L’Avv. Napoli ha dato notizie ai media per ben due volte: una prima volta quando vi è stato il rinvio a giudizio; ed una seconda volta per comunicare un semplice rinvio del processo ad altra udienza. E’, sia la prima volta che in questa ultima occasione, non è stata la stampa ad avere contezza di questi due momenti, ma l’Avv. Napoli a comunicare notizie alla stampa. Una cosa gravissima sia, dal punto di vista deontologico che morale. A parte la palese violazione del dovere di riservatezza che deve regolare ogni seria condotta professionale.

     

    Se tutti gli Avvocati d’Italia si comportassero come l’Avv. Napoli, informando l’opinione pubblica a senso unico, solo ed esclusivamente alla ricerca di notorietà si arriverebbe alla rottura del giusto equilibrio fra le varie categorie. Poiché mi sento, abbondantemente nauseato da tale comportamento, a mio avviso scorretto, da parte del richiamato Avvocato ritengo doveroso inviare la perizia medica, non di parte, e che, per ciò stesso, potrebbe apparire poco credibile, ma quella disposta dalla Procura della Repubblica di Palmi. Questa recita: 1) la paziente quando è giunta in Ospedale non era in travaglio di parto 2) Il neonato era ammalato già in utero dai dieci ai venti giorni prima e che il ritardo di cinque ore abbia causato esclusivamente un prolungamento della malattia 3) Non appaiono corrispondere con la dovuta alta o elevata probabilità logica e credibilità razionale singole responsabilità penali casualmente incidente sulle lesioni, e soprattutto sui postumi permanente del piccolo A.D.S.

     

    E’ evidente che se singoli medici, nel ricoverare una paziente non violano leggi e soprattutto regolamenti ordini o discipline della struttura sanitaria ove operano, ne operano negligentemente, imprudentemente ed imperitamente in caso di tipologie di ricovero ammesse presso la medesima struttura ospedaliera, non è penalmente punibile a loro carico un fatto derivante da ritardi per il cui evitamento è necessaria una struttura diversa da quella di ricovero. Alla luce delle conclusioni dei periti del Tribunale quindi, non si capisce a cosa possa servire lo stillicidio di notizie diffuse dall’Avv. Napoli. Ed è per tale ragione che ho ritenuto opportuno segnalare il comportamento del professionista alla Stampa, al Consiglio Nazionale Forense ed al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Palmi perché, nell’ambito delle loro competenze, intervengano con una loro decisione in maniera autorevole allo scopo di porre fine alla strana consuetudine dell’Avv. Napoli di diffondere notizie giudiziarie per una sua esigenza pubblicitaria, in quanto tale deve essere ritenutala Sua condotta non essendo ancora intervenuta alcuna sentenza.