• “Proteggiamo il Municipio”. L’87 per cento dei partecipanti al sondaggio dell’Edp contrario a destinare lo storico palazzo a sede provvisoria del Musicale. Intanto si continua a discutere…
    13/03/2012 | Edicola di Pinuccio

    CINQUEFRONDI – Dopo dieci giorni in homepage, il nostro sondaggio fatto in casa sul destino del Municipio si è chiuso con questi risultati: votanti 126, risposta 1 (destinarlo temporaneamente a sede per il Liceo Musicale), voti 17, pari al 13 per cento; risposta 2 (restaurarlo e destinarlo ad attività culturali e di rappresentanza), voti 109, pari all’87 per cento.

     

    Nessuna pretesa scientifica, certo, ma risultati del genere, se si considera tutto, sono l’indice di una tendenza, di un modo di vedere, dell’abbozzo di una opinione – privata e pubblica – sulle scelte che riguardano la collettività. E il destino del palazzo del Municipio, simbolo del paese, certamente rientra fra queste. Il sondaggio si è chiuso, ma il dossier è ancora aperto, e la riunione dei capigruppo di giovedi non ha di fatto portato ad alcun fatto nuovo . La sensazione prevalente è che, dopo essere partita al motto di “trasparenza e partecipazione nelle scelte”, per la vicenda della sede del Musicale si sia scelta la tattica del rinvio, una tecnica localmente diffusa e che come un fiume carsico inghiotte tutti i problemi cittadini.

     

    Nel frattempo le cose procedono. Nella fattispecie si continua a discutere. La lettera dei genitori degli studenti e i commenti di molti lettori a noi hanno reso chiaro che nella ricerca di una sede temporanea al Liceo, se l’opzione del Municipio rimane formalmente l’unica sul tappeto, essa è ormai del tutto svuotata di ogni utilità, vista l’abbondante disponibilità di alternative più razionali, efficienti e a buon mercato.

     

    il liceo pedagogico-musicale di cinquefrondi

    L’emergenza offre lo spunto per un ragionamento d’insieme sulla scuola a Cinquefrondi. Uno sguardo non superficiale sulla popolazione scolastica, sull’attività dei docenti o sulle strutture conferma subito che vale la pena riflttere un po’. Guardando solo alle strutture questo è cio’ che si vede. La scuola media di via Mammola con mezze classi vuote. Una scuola per l’infanzia “temporaneamente” (dal 2001) insediata in un plesso di scuole elementari. La scuola elementare Della Scala con l’intonaco cadente dopo un restauro fatto pochi anni fa. il Liceo, come si sa, nell’ex mercato comunale. E l’unico asilo progettato e costruito con questa finalità (Acquaro), e pertanto piu efficiente, che resta vuoto a metà.

     

    la scuola media di via mammola (foto google streetview)

    Questo il quadro. Sul quale intervenire, se si vuole razionalizzare, risparmiare, rendere alle famiglie e agli studenti servizi di miglior livello. Serve conoscere la realtà, fatta di numeri, dati, statistiche e proiezioni per il futuro. Attraverso la concertazione serve darsi un progetto, saperlo motivare e illustrare. E infine serve avere la responsabilità di assumere le decisioni necessarie:  le autorità comunali con le loro scelte amministrative; docenti, studenti, e genitori con l’esercizio del loro potere di cittadini.

     

    Serve la partecipazione di tutti, e tutti gli attori sociali di questa scena sono chiamati a rinunciare ai pregiudizi. Ad esempio, le madri che sottolineano il buon livello della scuola per l’Infanzia della Corrado Alvaro e temono di perdere qualcosa dovendo trasferire i propri figli a poche centinaia di metri di distanza, potrebbero provare a immaginarsi quali i vantaggi di accentrare tutto in un edificio (Acquaro) adeguato ed efficace, con lo stesso personale di prima, e con garanzie di un servizio migliore.  Se lo facessero senza pregiudizi, e senza reazioni istintive, magari con il supporto di un lavoro informativo promosso dal comune, forse non sarebbe difficile uscire dal problema.

     

    Insomma, come sempre, c’è un problema specifico e individuabile, e c’è la necessità di darsi un metodo. Vale per risolvere il busillis del Musicale, e vale per ogni altro aspetto della vita sociale e pubblica. Solo che per funzionare si deve fare a meno delle tattiche dilatorie, del pregiudizio ostile e fine a se stesso, dell’impuntarsi “perché lo dico io”. Si deve rinunciare ad allungare il brodo, a prendere tempo, ad accontentarsi di soluzioni rabberciate, e invece guardare in faccia alle cose con responsabilità.

     

    pasquale creazzo

    Tutto il contrario, purtroppo, di quello che invece non smette di accadere a Cinquefrondi. Nei giorni scorsi un articolo di Angelo Siciliano su Calabria Ora rivelava passaggi agghiaccianti sulle modalità di conservazione e di gestione del Fondo Creazzo, affidato al Comune e da questi alla scuola. Roba da far saltare sulla sedia: materiali dispersi e perduti, scatoloni vuoti, carte in disordine e impolverate… Lo stesso materiale, in un altro comune, avrebbe fatto l’orgoglio del paese, il centro di attività di ricerca e di divulgazione letteraria, lo spunto per formare e informare. Non qui, dove è possibile che due amministrazioni comunali (almeno), succedutesi dal 2001 a oggi, non siano state capaci di dare una sistemazione al quel materiale, nel rispetto delle regole archivistiche, magari col soccorso di qualche Università? A che pensavano i sindaci e gli assessori alla Cultura nelle conferenze stampa (se ne trova traccia sull’Edp) con cui annunciavano solenni il lancio del progetto Archivio Creazzo? Al futuro del progetto o alla pubblicità dell’effetto-annuncio?

     

    Purtroppo la lista delle cose cominciate e poi perse di vista è proprio lunga, per non dover prendere atto che si tratta di un metodo, un metodo controproducente, ma pur sempre un metodo: l’eterno cantiere di Piazza della Repubblica, la ricerca perenne del monumento ai caduti, la manutenzione della Villa comunale in cui nel frattempo si entra coi cavalli, la palestra provinciale in attesa di collaudo ma che nell’attesa ospita gare di campionato, la raccolta differenziata di fatto mai partita e intanto i cassonetti sono stracolmi, la bonifica della bomba ecologica dell’ex pellicceria, il miglioramento delle condizioni indecenti dell’area del Centro polifunzionale e del Tribunale, il risanamento della situazione igienico sanitaria del centro storico, l’avvio dei progetti dei servizi sociali per i giovani e per la legalità… La lista è lunga e sicuramente incompleta. Ma noi, per ora, ci fermiamo qui.