COSENZA – Nella mattinata odierna la Guardia di Finanza di Cosenza ha eseguito un sequestro preventivo per un importo di oltre 12,5 milioni di euro di un “fondo di garanzia” istituito dalla Regione Calabria nell’ambito del piano di azione finalizzato all’inserimento nel mercato del lavoro e all’incremento occupazionale per l’anno 2008. Il provvedimento cautelare, disposto dal gip del tribunale di Catanzaro, su richiesta della procura della repubblica presso il medesimo tribunale, scaturisce da articolate indagini svolte dalla compagnia di Cosenza sotto la direzione del procuratore di Catanzaro Dott. Antonio Vincenzo Lombardo e del sost. proc. Dott. Paolo Petrolo che hanno permesso di evidenziare condotte illecite poste in essere dai componenti della giunta regionale dell’anno 2009, unitamente ai dirigenti dei settori 3 e 10 della Regione Calabria. Questi, pur consapevoli dell’insolvenza patrimoniale e della completa inaffidabilità di imprese che avevano richiesto l’assegnazione dell’incentivo nell’ambito del predetto piano di azione, hanno costituito illegittimamente un fondo posto indirettamente a garanzia delle stesse aziende, distraendo, in ragione del proprio ufficio, risorse economiche destinate ad altre finalità.
In questo modo la Regione Calabria, che doveva essere “soggetto garantito” contro il rischio di inadempimenti da parte delle imprese beneficiarie del contributo, è divenuta “soggetto garante” facendo ottenere alle imprese coinvolte un ingiusto e duplice vantaggio. Difatti le stesse aziende, da una parte si sono accaparrate il finanziamento pubblico, la cui concreta erogazione era assoggettata all’obbligo di presentare polizze fideiussorie bancarie, previste proprio al fine di garantire l’ente erogatore (la Regione Calabria) da qualsiasi rischio patrimoniale e, dall’altra, sono rimaste immuni dalle conseguenze di un proprio inadempimento in quanto, in tal caso, a risponderne sarebbe stata la medesima Regione Calabria con il fondo di garanzia all’uopo istituito e stamani sottoposto a sequestro dalle fiamme gialle cosentine. In particolare tale fondo di garanzia è stato creato con il precipuo scopo di salvaguardare l’istituto di credito dal rischio di rilasciare polizze fideiussorie ad imprese già considerate poco affidabili e ad alto rischio di solvibilità.
L’indagine trae origine da quella che si era prospettata come una normale attività di acquisizione documentale, eseguita presso la Regione Calabria nel mese di marzo 2014, e che invece ha aperto scenari più complessi. Difatti gli investigatori hanno portato alla luce una serie di condotte penalmente rilevanti perpetrate da dieci componenti pro tempore della giunta regionale Calabria, tra cui il vice presidente, unitamente a due dirigenti di settore dello stesso ente locale. I fatti risalgono all’anno 2008 quando numerose imprese hanno avanzato istanza al fine di ottenere un contributo, vincolato all’incremento occupazionale, che veniva concesso anticipatamente e a fondo perduto per l’intero ammontare, alle imprese richiedenti con il solo obbligo di munirsi di una polizza fideiussoria bancaria a garanzia dell’importo ricevuto, riscattabile dalla Regione Calabria in caso di inadempienza ai requisiti previsti dal bando pubblico.
Gli accertamenti di p.g. espletati hanno fatto emergere una serie di problematiche sorte ancor prima dell’erogazione del contributo, in quanto le oltre 200 imprese che anelavano all’ottenimento dell’incentivo pubblico sprovviste dei requisiti minimi di solvibilità patrimoniale richiesti, non avrebbero potuto ottenere una polizza fideiussoria da nessun istituto di credito disposto ad accollarsi un elevatissimo e già prevedibile rischio di insolvenza e di conseguenza accedere al contributo in parola. Per questo la creazione del fondo di garanzia ha consentito ad una banca di rilasciare le predette polizze fideiussorie e di conseguenza alle, imprese altrimenti escluse dal bando, di poter fruire illegittimamente degli incentivi all’occupazione. Infine a seguito di controlli effettuati nei confronti di numerose aziende coinvolte è emerso che quest’ultime hanno completamente disatteso il rispetto dei requisiti previsti dal bando, non incrementando in alcun modo il mercato del lavoro in Calabria, regione ad altissimo tasso di disoccupazione.
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