CHE L’AZIONE DELL’ESECUTIVO Monti stia subendo dei rallentamenti nella sua azione di governo è abbastanza riscontrabile specie negli ultimi tempi, ove sembra proprio aver perso lo smalto iniziale ed il piglio originario pare sia divenuto più arrendevole. L’ultima battuta d’arresto si è manifestata nel dietrofront verso la norma che, contenuta nella bozza da approvare della spending review, imponeva a medici e farmacisti di indicare nelle prescrizioni esclusivamente il nome della molecola a sfavore della dicitura del farmaco griffato prodotto da una casa specifica casa farmaceutica. E questo per evidentemente favorire il paziente-consumatore facendogli acquisire il meno costoso farmaco c.d. generico contenente il principio attivo piuttosto che uno specifico (e più caro) medicinale c.d. “di marca”. Si badi bene, ad efficacia curativa pressoché immutata. Unica ma sostanziale differenza, che il vantaggio economico si trasferiva ai consumatori che, in questo modo, potevano acquistare non più il tal farmaco prodotto dalla tal casa farmaceutica, bensì la molecola corrispondente che secondo la normativa che regola i brevetti, a fronte del termine di scadenza dello sfruttamento del brevetto medesimo, può essere liberamente prodotta da più case farmaceutiche, abbassandone il prezzo. Questo fenomeno che appare inusuale per i cittadini italiani è invece preponderante negli altri paesi europei dove ad esempio, in Inghilterra, il consumo di generici è pari al 83% della spesa farmaceutica nazionale ed addirittura negli Stati Uniti supera l’83%. Da noi il dato si posiziona attorno al 47% generando evidenti margini di intervento. Dunque appare inconfutabile tutta la forza persuasiva dei medici e dei farmacisti nell’indirizzare al consumo di un farmaco a discapito di un altro. Poiché (spesso e volentieri) sono proprio loro il vero ago della bilancia che propende non proprio dalla parte degli acquirenti. Giacché se il medico od il farmacista a cui ci si rivolge con la fiducia dell’ignoranza, indicano un tal farmaco, il paziente è aduso non solo a non contraddire, ma è quasi sempre ligio ad accollarsi una spesa che potrebbe essere evitata. Come? Quando si compra il “griffato” a dispetto del generico, il SSN rimborsa al farmacista solo il prezzo di quest’ultimo e la differenza ce la deve mette di tasca propria il paziente. Ed è proprio lì che si annidano i profitti più interessanti. Ma il dato che si coglie subito e più strettamente interessante è che se si facesse massiccio ricorso ai generici le case farmaceutiche potrebbero ridurre ulteriormente i prezzi ampliando la concorrenza, producendo un ulteriore risparmio per il SSN di circa 300 mld di €! E magari non sarebbe poi così male poter reinvestire gli stessi soldi risparmiati a fini sociali o per migliorare servizi e creare nuove opportunità. Proprio per limitare il dilagare di questo potente ascendente sui pazienti da parte di medici e farmacisti, il Governo aveva tentato di introdurre la norma contesa che li obbligava alla prescrizione della molecola. Ma apriti cielo! Si sono scatenate le lobby ( la cui esistenza viene sempre puntualmente smentita come un vaneggio, fatto salvo materializzarsi, non si sa come, al punto ed al momento giusto…) ed il Governo si è prontamente ammansito ai voleri dei manovratori in penombra, poiché tanto a rimetterci è la debole massa critica degli aventi bisogno a fronte degli autorevoli e più robusti interessi in gioco delle multinazionali farmaceutiche. Ed ecco che per cercare di salvare un po’ la faccia, il baldo Balduzzi Ministro per la Salute ma non per le tasche, partorisce la trovata geniale che dovrebbe fungere da sigillo risolutivo della questione, ma che invece contribuisce ad implementa la confusione : il medico deve scrivere sì il nome della molecola, ma può anche indicare la marca che preferisce e può obbligare il farmacista a consegnare proprio quella marca scrivendo un codicillo vincolante, sempre su quella ricetta! E la dichiarazione che ne segue è davvero esilarante : “…con la modifica si è raggiunto un equilibrio tra le esigenze di tutti: medici, farmacisti e industrie.” Ed i pazienti? Non importa, non pervenuti. In fondo con questa piroetta, Balduzzi sarà stato certamente soddisfatto del buon lavoro di mediazione a favore proprio dei bizzarri pazienti italiani: raggiungendo l’obiettivo di preservare i vantaggi dei soliti pochi, mantenendo al contempo gli svantaggi sulle spalle degli stessi incolpevoli molti. Il classico pasticcio all’italiana, da manuale! Perché come diceva Tomasi di Lampedusa, bisogna cambiare tutto per non cambiare niente… E Balduzzi che questo lo sa bene, ne ha fatta una preziosa regola di vita.
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Ricette, farmaci e spendig review. L’immobilismo di Balduzzi e la longa manus delle lobbies fanno in modo che nulla cambi02/08/2012 | Giuseppe Campisi | Edicola di Pinuccio