• Rimborsi elettorali ed ai disavanzi di bilancio.Se i partiti vi rinunciassero, oltre 1 miliardo di € immediatamente disponibili per il terremoto
    01/06/2012 | Giuseppe Campisi | Edicola di Pinuccio

    PER RECUPERARE fondi a seguito del disastroso evento tellurico manifestatosi recentemente in maniera funesta in Emilia Romagna, il Governo tra le prime misure si è accinto ad innalzare ulteriormente le accise sui carburanti di 2 centesimi di euro, che dovrebbero apportare un maggior introito di circa 500 milioni di € da destinare alla ricostruzione delle zone terremotate. Il Ministro Passera si è poi rivolto ai petrolieri per cercare una sponda alla manovra del Governo chiedendo che anch’essi facciano la loro parte dando un contributo tangibile attraverso la diminuzione pari ai 2 centesimi di € che necessitano per riequilibrare l’innalzamento “d’emergenza”. Ma i petrolieri oltre ad attestare solidarietà, per adesso, di tangibile hanno fatto nulla.  Indiscrezioni  pervenute dalle associazioni di categoria timidamente indicano che la richiesta del Ministro potrebbe, visto il particolare momento di disagio, anche venir accettata se intesa come tale, vale a dire, provvisoria. Poiché il timore dei petrolieri (peraltro, paradossalmente giustificabile) è che si tratti della solita promessa da marinaio, visto che ancor’oggi si scontano i dazi di catastrofi remote quali, solo per citarne alcune,  le 75 lire “d’emergenza” per il terremoto dell’Irpinia, che sopravvivono da 32 anni. E via con il Friuli ed ancora più indietro il Vajont fino ad arrivare a quelle 1,9 lire per la guerra d’Abissinia del ’35. In verità, il popolo italiano, e quindi la società civile si è, come sempre, attivata in una gara di solidarietà a favore dei connazionali in seria difficoltà e la tipica generosità che ci contraddistingue non esaurirà i suoi effetti certo nel breve periodo. Da ogni parte continuano ad arrivare segnali di aiuto, di speranza e di conforto morale e materiale, alimentando alacremente la macchina dei soccorsi. Il vero gesto, oltre il simbolico, ce lo si attenderebbe , manco a dirlo, dalla politica. Ben inteso, nessuno pretende di vedere i nostri politici in atteggiamenti da spalatori di macerie o in atto d’operai, anche se l’evento ben si presterebbe a tale scopo che anzi  potrebbe rivelarsi efficacemente pedagogico per assecondarli alla vita reale del Paese che spesso non colgono poiché disincantati o distratti dalle beghe di palazzo, ma potendo essi stessi rinunciare all’ultima tranche dei rimborsi elettorali che, in verità, già dimezzati per emendamento in sede di commissione per gli Affari Costituzionali attraverso un emendamento a firma Pd-PDL. In questo modo si potrebbero recuperare ben 91 milioni di € subito disponibili da impiegare nelle zone del disastro. Ma c’è di più. I partiti, e pochi lo sanno, si sono trasformati in delle vere e proprie holding ove circola un fiume di danaro disponibile dai finanziamenti pubblici spesso ben oltre le reali esigenze di gestione politica del territorio. Da stime provenienti dal bilancio dello Stato, dal 1994 al 2012  lo Stato (e quindi tutti noi), ha versato ai partiti politici la ragguardevole cifra di 2 miliardi 253 milioni 612 mila 233 euro. Ed i partiti, nello stesso lasso di tempo, parsimoniosamente,  ne hanno spesi “solo” 579 milioni 4 mila 383. Ergo, 1 miliardo 674 milioni 607 mila euro sono un disavanzo di gestione considerevole. Un risultato degno dei  migliori top manager finanziari. Che potrebbe, in un sol colpo, far ripartire l’economia e confortare concretamente i nostri concittadini emiliani, sanando, secondo le stime, più della metà dei danni subìti. Giuseppe Campisi.