REGGIO CALABRIA – I risultati di quest’ultima tornata elettorale sono deludenti e non possono essere interpretati ad uso personale. Quello che rimane in Calabria è un partito lacerato e chiuso ad ogni forma di dialettica interna. Non credo che questi siano i segni di una vittoria. E’ quanto dichiara in una nota il coordinatore provinciale del Pdl di Reggio Calabria Roy Biasi. Come ho avuto modo di dire due settimane fa, continua Biasi, non ho condiviso l’analisi del nostro cordinatore rgionale che esultava per una vittoria che non c’è stata, e francamente non capisco come si possa insistere ancora su questa linea parlando “en plein del centro destra”. È giusto rendere merito ai nostri candidati per le importanti vittorie nei comuni di Locri e Isola Capo Rizzuto ma trovo invece incomprensibili i toni trionfalistici che celebrano l’affermazione di due rispettabilissimi candidati che se pur ritenuti vicini al centro destra, hanno corso in liste avversarie alle nostre e contro i candidati sindaci del nostro prtito che, lo ricordo a scanso di equivoci, è il Popolo della Libertà.
Se il nostro coordinatore fosse un elettore dell’area di centro destra la sua soddisfazione sarebbe più che legittima, ma nel caso di specie si tratta del principale responsabile del ptito in Regione, dal quale mi sarei aspettato un’analisi diversa. Ma l’occasione per l’analisi del voto invece non c’è stata, o meglio, non è stata concessa, nonostante io ne avevo fatto espressamente richiesta subito dopo le elezioni nazionali. E non è un caso che oggi anche l’Udc, visto l’esito di queste elezioni, abbia chiesto al nostro coordinatore regionale un’analisi e una verifica della situazione politica. Non vorrei inoltre, aggiunge Biasi, che questo risultato fosse usato, irresponsabilmente, per far passare il messaggio, in stile propagandistico, che la nostra sia un’oasi felice. Non è così. Lo dicono i numeri relativi al calo di consensi, non solo di queste ultime elezioni ma anche delle plitiche dello scorso febbraio, e lo dicono le tante lacerazioni interne al prtito che sono emerse soprattutto in questi ultimi tempi. Questa gestione monocratica del partito, in stile “regime”, ha generato infatti soltanto divisioni e un diffuso malcontento. Già, insiste Roy Biasi, perché quanto sto affermando è condiviso anche da noti amministratori, vicini politicamente al coordinatore, che sempre più spesso mi manifestano le loro critiche e il loro disappunto ma che gli stessi non esprimono pubblicamente.
Cosa si teme? Che si tratti di questioni puramente politiche o di punti di vista diversi, non fa differenza, sarebbero tutte situazioni che rientrano nella normale attività di in un prtito basato sulla dialettica interna e sul confronto. Ma se queste basi vengono a mancare, come nel nostro caso specifico, e le voci fuori dal coro vengono ignorate, quello che si ottiene, più che ad un normale Partito somiglia ad un campo minato. Che ci piaccia o meno, conclude il cordinatore del Pdl, questo è ciò che oggi abbiamo consegnato ai nostri elettori chiedendo di essere valutati. E la valutazione è negativa, come evidenziato in alcuni casi dai numeri poco lusinghieri, in generale dalla non partecipazione al voto. Su questo dovrebbe interrogarsi un partito che si confronta. Anziché gioire in solitaria per un risultato che di positivo non ha nulla, chi di competenza dovrebbe stimolare un’analisi sugli errori fatti e trovare le soluzioni per ripartire, ma purtroppo nel Pdl clabrese le cose non funzionano così.