• San Giorgio Morgeto. Ripristinato, riordinato, trasferito e riaperto al pubblico l’archivio storico. Un esempio da emulare
    Recuperare la storia è imperativo categorico. A Cinquefrondi una proposta dell'Edp, a costo zero per la collettività, giace nei cassetti del comune
    30/12/2014 | Edicola di Pinuccio

    archivio storicoCINQUEFRONDI – La storia di una comunità, la sua identità, le trasformazioni subìte nel tempo, tutto passa attraverso i documenti via via scritti e lasciati da chi ci ha preceduto. Proprio il progressivo deterioramento dei documenti, se non ben conservati in adeguati locali, rischia di far sparire definitivamente la storia. Custodire e rendere fruibile un archivio storico all’interno del quale sono contenuti tutti i documenti emessi dalla pubblica amministrazione dalle origini fino agli ultimi trent’anni è imperativo categorico per  chi, nel tempo, ha il provvisorio compito di amministrare. Lasciare morire i documenti storici equivale a far morire per la seconda volta tutti i soggetti che la storia stessa hanno scritto.

     

    Oggigiorno l’obbligo di custodire e tramandare ai posteri per un’amministrazione comunale risulta impresa ardua a causa delle sempre più stringenti difficoltà di bilancio. Ma la storia non può essere sacrificata neppure difronte alle peggiori congiunture negative economiche. Ed allora, a fronte del rischio di perdere la storia documentale di Cinquefrondi, proprio l’Edicola di Pinuccio, che ha tra i fini associativi il recupero e la conservazione della storia locale,  ha lanciato in tempi non sospetti e certamente prima dell’odierna encomiabile iniziativa del comune di San Giorgio Morgeto (oggi sui giornali locali) , una proposta in tal senso attraverso il riordino, catalogazione e digitalizzazione di tutto il materiale cartaceo esistente nell’archivio storico comunale attualmente relegato in un angusto locale dell’ex municipio. L’operazione nel rispetto della normativa vigente e di concerto con tutti gli organi di controllo a ciò deputati.

     

    La proposta, a costo zero per l’amministrazione (a carico della collettività solo l’acquisto delle macchine per la digitalizzazione ed il materiale di consumo – nessun costo per il lavoro volontario dell’associazione) giace purtroppo da tempo nei cassetti. Vista l’attualità del tema ed in considerazione di quanto fatto dal vicino comune pianigiano di San Giorgio Morgeto, ne riparliamo nella speranza che la proposta progettuale possa essere recuperata. Poco importa se e chi sarà il partner istituzionale, poco importa se non sarà l’Edp ad essere interessata al recupero, l’importante è che si prenda coscienza dell’urgenza di intervenire prima che tutti si possa solo dire  ”piangere il morto son lacrime perse” . Il recupero dell’archivio storico potrebbe costituire un primo tassello di un percorso che potrebbe portare al coinvolgimento delle locali scuole ed alla costituzione di un vero e proprio museo civico (altra proposta edp ferma al palo).

     

    A San Giorgio Morgeto, come si legge nelle pagine del Quotidiano del Sud di oggi a firma di Simona Gerace (l’articolo integrale ve lo riproponiamo in calce), si è concretizzato un progetto a conclusione di un  lungo  percorso che ha portato alla fruibilità del del vecchio archivio storico comunale. L’amministrazione comunale guidata da Carlo Cleri ha acceso i riflettori sul “pozzo” di informazioni relative alla comunità sovrastata dal castello saraceno ed ha reso possibile, dopo un certosino lavoro di recupero e classificazione, la consultazione del prezioso materiale da parte di chi ne avesse interesse.

     

    Dal Quotidiano del Sud del 30/12/2014 – di Simona Gerace

     

    SAN GIORGIO MORGETO  – Ripristinato l’archivio storico comunale a San Giorgio Morgeto. L’iniziativa è stata avviata dall’amministrazione comunale guidata dal primo cittadino, Carlo Cleri, con l’intenzione di non vedere disperso il patrimonio culturale e documentaristico accumulato, nel corso degli anni, dalla comunità sangiorgese e di garantirne una veloce fruibilità tra i cittadini. Con questo obiettivo libri, opuscoli, giornali, e materiali di diversa natura, sono stati trasferiti dal vecchio edificio di contrada “Maina” in cui erano ubicati, al Salone delle Feste dell’ex convento domenicano. A dare notizia è stato il primo cittadino di San Giorgio Morgeto, Cleri, il quale ha denominato l’intervento, che ha dato i suoi frutti nel periodo delle feste natalizie, con la dicitura “Natale… in archivio”. E in effetti per portare a termine l’impresa di costituire un nuovo archivio nei locali dell’ex convento di San Domenico, c’è voluto un vero e proprio “miracolo”, dal momento che è stato necessario un lungo e meticoloso lavoro di reperimento, riordino, inventariazione, trasferimento e sistemazione del materiale presente. Il nuovo archivio è infatti stato organizzato tramite un paziente lavoro di sistemazione dei beni, in modo da garantirne su richiesta dei cittadini, un immediato reperimento e una veloce consultazione. A lavoro ultimato è stato organizzato dalla coalizione di “Insieme per San Giorgio” un evento di presentazione della nuova sala ai cittadini sangiorgesi. Il periodo natalizio è stato occasione propizia per ribadire che non bisogna perdere di vista la cultura, le radici, patrimonio in possesso di un’intera comunità. Particolare importanza nel corso dell’iniziativa ha avuto la presentazione della tesi di laurea intitolata: “Il fenomeno dell’incastellamento nel giustizierato di Calabria. Castelli, feudi signorie territoriali”, della giovane sangiorgese, Maria Stella Giovinazzo. Un’occasione, questa, per valorizzare una giovane laureata di San Giorgio e per condividere, insieme ai cittadini, un momento di dibattito e approfondimento culturale, anche in un periodo solitamente dedicato alle feste in famiglia e ad altre attività ludico-ricreative.


     
  • 2 commenti

    1. angelo sic

      appoggio la proposta dell’edp

    2. Rosanna Giovinazzo

      Non si comprende perché le iniziative che mirano al recupero ed alla valorizzazione della storia, che è NOSTRA, di tutti, bianchi e neri, belli e brutti, alti e bassi ecc. ecc.., debbano incontrare tutti questi ostacoli. Quanto ancora bisogna ripetere che la prima forte coscienza identitaria di una comunità sta proprio nella conservazione, trasmissione e divulgazione della propria storia? Encomiabile la proposta dell’edp, che quindi va appoggiata senza se e senza ma.

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