GIOIA TAURO – Il teatrino del gioco delle tre carte continua a tenere banco nella politica sanitaria della provincia di Reggio Calabria. Due direttori generali si contendono la poltrona di manager dell’Asp reggina. Il primo, Rosanna Squillacioti, nominato dal presidente Scopelliti, il secondo, Renato Carullo, legittimato da numerose sentenze del giudice del lavoro. Su questa singolare vicenda, forse qualche riflessione in più andrebbe fatta, sia da parte della politica e dai partiti che la rappresentano, sia direttamente da chi governa la regione Calabria. Ma invece, giunge solerte il ricorso di parte del presidente commissario Scopelliti e tutto torna come prima: la Squillacioti rioccupa la poltrona e continua la cavalcata veloce dell’inefficienza e dell’inefficacia dell’offerta sanitaria in assenza di risposte innovative, sostitutive delle chiusure e dei tagli del piano di rientro, il debito riprende a crescere e viaggia a braccetto con l’emigrazione sanitaria e con “brevetto calabrese” paghiamo contemporaneamente due direttori generali.
Fotografando il momento di grande attenzione giudiziaria, riportato dai giornali, sia sul probabile scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Reggio Calabria, sia sull’iscrizione nel registro degli indagati di tutta la Giunta regionale e, non ultimo il rinvio a giudizio del Presidente Scopelliti, ci accorgiamo che i problemi della sanità e dei cittadini che ne subiscono le conseguenze, assumono un livello d’importanza diverso da quello imposto alla politica. Questo è il sentire comune, l’interesse e i problemi personali, di qualsiasi natura, distraggono dall’interesse generale e fanno venire meno soluzioni urgenti da adottare a favore di chi soffre. Purtroppo, non possiamo sottacere il comportamento antisindacale del direttore generale Rosanna Squillacioti, già condannata, con decreto del 20.12.2011, dal giudice del lavoro di Palmi (l’Asp non ha neanche eseguito gli ordini del giudice, esponendosi così a denuncia querela presso la procura della Repubblica di Reggio Calabria). Oggi persiste in tale atteggiamento e la Fp Cgil assieme alla Fp Cgil Medici, patrocinata come in precedenza dall’avvocato Angiolino Palermo del foro Reggio Calabria /Milano, ha proposto un nuovo ricorso per attività antisindacale nei confronti della dottoressa Rosanna Squillacioti nelle sue funzioni di direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria.
Un atteggiamento da impunibile, emulazione della legge del più forte, omologazione diffusa (è di oggi la notizia di un disabile a cui sono state tagliate le gomme della macchina dal più forte possessore di una Jaguar, delirio di onnipotenza di un altro Presidente). Nell’Asp, la negazione di alcuni principi di buon governo è nota ai tantissimi lavoratori bravi e onesti che non coltivano interessi professionali al di fuori del posto di lavoro pubblico. L’assenza di una puntuale e seria contrattazione aziendale, la Squillacioti non ottempera neanche ai tempi di negoziazione legati a fattori organizzativi contingenti e continua a creare tutta una serie di frustrazioni, contenziosi, dove l’azienda è già stata condannata a pagare centinaia di ore di lavoro straordinario (poi giudicate dalla Corte dei Conti come danno all’erario), e pronta disponibilità ben oltre i normali turni, definita come attività libera professionale e pagata a peso d’oro superando di gran lunga il gettone di reperibilità.
La grande abbuffata continua. Quindi, sull’intera partita attinente la gestione della sanità in provincia di Reggio Calabria, siamo convinti, oggi più di ieri, della necessità di una forte inversione virtuosa in grado di liberare le professioni dalle ragnatele dell’inefficienza e tracciare un percorso serio di crescita su tutte le strutture sanitarie presenti in provincia per rilanciare la qualità dei servizi offerti. Ciò potrà avvenire con investimenti in risorse umane, strumentali e tecnologie al passo con i tempi, attraverso una contrattazione vera a tutela dei diritti dei lavoratori e dell’ammalato.