VILLA SAN GIOVANNI – “Non è abbandonando l’Unione Europea e quindi il trattato di Schengen, che si esce dalla crisi economica, ma è stampando una nuova moneta nazionale. Questa è l’idea che, Domenico Scilipoti, senatore di Forza Italia, lancia a margine del convegno sulla difesa dalle banche che ha tenuto a Villa San Giovanni. “All’interno del trattato – continua – è previsto espressamente la facoltà di deroga alla moneta unica per situazione eccezionali, e visto il momento che è più che eccezionale, unendoci a Spagna e Grecia, raggiungendo quindi una popolazione di 120 milioni di abitanti con un pil complessivo di 3200 miliardi di dollari, potremmo dare vita ad una moneta nazionale e quindi una vera scossa non solo alla nostra economia, ma a tutta quella dell’Euro zona”. “Il Governo Letta non deve spaventarsi delle sfide difficili – tuona Scilipoti – ma penso che questa sia l’unica strada percorribile, perché solo così facendo, la responsabilità economica e politica tornerà a capo ad ogni Stato singolo, come ricordava anche l’ex ministro Giuseppe Guarino, e, soprattuto, renderebbe i nostri prodotti più appetibili aumentandone le esportazioni”.
“In questo panorama politico economico, dove la crisi ne fa da padrona, l’etica riveste un ruolo chiave per rilanciare l’economia, non solo quella Italiana, ma anche quella mondiale. In un mondo dove la finanza ormai è sempre più un autoreferenziale, in cui l’economia si concentra prevalentemente sull’alimentare sempre gli stessi circuiti, senza pensare al benessere della collettività, i valori come la famiglia, la solidarietà e il rispetto dell’altro devono tornare alla ribalta. Solo così si potrà iniziare a parlare di economia sostenibile”. Così Domenico Scilipoti, senatore di Forza Italia, a margine della tavola rotonda che ha tenuto a Villa San Giovanni dal titolo “Una società senza valori può sopravvivere?”, dove ha visto la partecipazione di Antonio Mucciardi, Veronica Puntorieri e molti amministratori locali, uno fra tutti, il sindaco di Cittanova, Alessandro Cannatà. “L’educazione culturale, sopratutto dei nostri giovani, – continua Scilipoti – deve partire dalla famiglia e rafforzarsi nelle scuole. Solo così i nostri giovani capiranno che abbandonare il motto Homo homini lupus, non solo sarà salvifico per essi stessi, ma porterà un benessere sociale diffuso e ben distribuito”.