CINQUEFRONDI – Renato Macedonio, affezionato lettore e collaboratore dell’Edicola di Pinuccio, torna sulla vicenda del Monumento ai Caduti di Piazza della Repubblica, rimosso negli anni Ottanta e mai più tornato al suo posto. Altre volte Renato e noi avevamo segnalato l’indifferenza delle autorità comunali sulla questione, che pure testimonia della poca cura per l’identità, le radici, la storia di una comunità. La novità, denuncia Renato, è che ora l’intero monumento – le lapidi di marmo coi nomi dei caduti, il bassorilievo di Alfonso Riggio, i blocchi di basalto della base, l’aquila di gesso – è scomparso. Speriamo che l’allarme possa rientrare, e che i pezzi del manufatto possano finalmente venire collocati. Se però anche questa ennesima vicenda si rivelasse vera, segneremmo un’altra tacca sulla via del progresso al contrario, una specialità in cui Cinquefrondi pare eccellere.
Tra il materiale disponibile in rete, indichiamo i siti seguenti.
I Caduti della Grande guerra, con molto materiale e con gli elenchi, regione per regione, di tutti i Caduti.
Cime e Trincee, ricco di fotografie e ricostruzioni di episodi e luoghi.
Guida alle ricerche dei soldati italiani della Grande guerra. Un sito che aiuta a cercare notizie di soldati che hanno combattuto tra il 1915-1918
Non esiste più il Monumento ai Caduti. L’aquila, le scritte dei nostri Caduti, il bassorilievo… Tutto il monumento è scomparso. Monumento ai Caduti già distrutto dal Comune di Cinquefrondi nel 1980.
Mi sento indignato e mi vergogno di essere cittadino di Cinquefrondi !
Restituisco al Comune simbolicamente la Medaglia al Valor Militare di mio nonno, Macedonio Agostino, morto nella guerra del 1915-1918
Sembra che sia morto per nessuno… Hanno cancellato pure la memoria storica.
Vergognatevi !
Vergognatevi tutti, amministratori e responsabili di tale vergogna dal 1980 !
Quando finalmente l’aquila riprendera a volare ? Era libera portava sulle proprie ali il sogno di libertà, l’anima e la gioventù dei nostri Caduti della Grande guerra e dopo …
Soldato…Presente… Per chi non ha conosciuto il proprio caro, nonno, padre, fratello,zio, da ragazzi potevamo leggere almeno il Nome e Cognome In ricordo dei nostri cari. Vi era il Monumento ai Caduti nel centro della Piazza della Repubblica con l’aquila in procinto di spiccare il volo. Un volo di Libertà, di Pace, di Fratellanza, di Gioventù forse persa inutilmente. Molti anni fa si decise di distruggere il Monumento ai Caduti trasformandolo in una gabbia senza senso e rispetto.
Non sarebbe ora di ricostruire il monumento nella sua collocazione originale ? In ricordo di chi ha perso la vita per la libertà. E per chi ? Dobbiamo cancellarli dalla memoria? Ma non dai nostri cuori.
Dopo circa 40 anni ricevo dall’Argentina una foto originale di mio nonno da una mia cugina. A sinistra Agostino Macedonio a destra Francesco Macedonio al ritorno dagli Stati Uniti prima del 1915. Agostino Macedonio , muore poi nella guerra del 1915 – 1918
E’ come se non potessi portare un fiore sulla tomba di mio nonno perché il Comune di Cinquefrondi dal 1980 ad oggi ha distrutto la memoria storica.
Renato Macedonio
12 commenti
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Rosanna Giovinazzo
31 ottobre 2011 a 20:03 (UTC 2) Link a questo commento
E’ una sorta di sindrome della “dimenticanza”. Quale può essere il motivo che spinge, chi decide per l’intera comunità, a sostenere iniziative tese a dimenticare invece che a ricordare? Pur sforzandomi, non riesco a trovarne nemmeno uno di anche appena ragionevole. Dovrebbe essere così facile capire l’importanza della memoria e della salvaguardia della propria identità storico-culturale, eppure…così non è.
un cinquefrondese
1 novembre 2011 a 20:03 (UTC 2) Link a questo commento
Non vi è cosa peggiore del dimenticare sotto ogni forma chi ha sacrificato il suo futuro, la propria vita per dare ai posteri una prospettiva di benessere e soprattutto di libertà.
Oggi si pensa agli interessi di parte, al colore politico, alle beghe personali e si dimentica di trasmettere ai giovani, anche attraverso la lettura di un nome su una lapide di chi ha contribuito a rendere anche questo paese libero.
E’ da molto tempo che manca, a Cinquefrondi, quel simbolo che ci rimanda alla storia e al ricordo di chi non c’è più, di chi, senza esitare ha risposto alla chiamata della Patria in pericolo, ma accanto a questo c’è da dire anche che non si è mai preparata una manifestazione pubblica per ricordare i caduti di tutte le guerre, con il coinvolgimento dei giovani, delle scuole, dei reduci. Ci si limita a deporre una corona d’alloro la mattina del 4 novembre e del 25 aprile, di buon mattino (tanto per fare qualcosa e per mettersi l’animo in pace).
Chissà quando qualche sindaco si ricorderà che la Storia è il cibo dei giovani!
Renato Macedonio
1 novembre 2011 a 20:03 (UTC 2) Link a questo commento
Il Monumento ai Caduti è stato distrutto forse perchè si dovevano fare “i comizi” in “Piazza della Vergogna” (per me non più Piazza della Republica), oppure perchè bisogna portare masse enormi di persone in Piazza della Vergogna. Non c’ erano altre soluzioni ?
Dal 1980 ai giorni nostri ha governato la Sinistra che sa solo rubare i nostri ideali compreso i miei che ho votato. Ma ha ucciso per la seconda volta la memoria storica di un semplice soldato, senza addestramento, che è stato strappato alla sua famiglia per difendere i confini dell’ Italia (Monte S. Michele in Veneto e Friuli Venenzia Giulia).
Dove porteranno il 4 di Novembre la Corona di Alloro, in Piazza della Vergogna ?
Cinquefrondi, 01.11.2011
Renato Macedonio
gabriella s.
1 novembre 2011 a 20:03 (UTC 2) Link a questo commento
Al posto di quell’orrido sparti-traffico posto nel centro della piazza, può svettare la colonna avente al suo apice l’aquila. Si tratta di qualche ora di lavoro per recuperare un simbolo importante in un paese che ne è privo (fatta eccezione per la torretta accanto alla Chiesa matrice) , e a ricordo di un passato non disprezzabile. ‘Riferimenti’ storico-culturali, in pietra, in sangue, in fatica dei suoi abitanti, cancellati quasi tutti dal trascorrere del tempo, unito all’ignavia degli uomini; dal cattivo gusto che ha spazzato e spazza tutto ciò che è ‘alto’ e bello; da terremoti disastrosi.
Salvatore borelli
2 novembre 2011 a 20:03 (UTC 2) Link a questo commento
Caro Macedonio, credo che non ci sia colore politico negli orrori di ció che non succede. Non succede perché noi cittadini non abbiamo la forza di sollevare la protesta e portarla in piazza. Non succede perché siamo assuefatti culturalmente e moralmente. Anche mio nonno é morto in guerra ucciso dai tedeschi a cetraro e mi associo al tuo sentire pieno di vergogna e di tristezza per ciò che non accade, per ciò che non succede.
Antonio De Mujà
2 novembre 2011 a 20:03 (UTC 2) Link a questo commento
Se nu te scierri mai delle radici ca tieni
rispetti puru quiddre delli paisi lontani!
Se nu te scierri mai de du ede ca ieni
dai chiu valore alla cultura ca tieni!……….
…..Stae scrittu sulle petre quiddru ca aggiu capire
su parole antiche percé l’uomu nu po cangiare!
Memoria ede cultura e bede quistu ca ole:
recorda ce ha successu cussì pueti capire
lu boia denta vittima puru dopu menz’ura
ma la vittima denta boia se nu tene cultura!
Su ste radici nui stamu ben radicati
ni fannu amare populi mai canusciuti
ni scosta de ci medita l’odiu e la guerra
ma de sti criminali la mente mia nu se scerra!
Treble Difendila!
Quannu poi difendila!
E’ la terra toa, amala e difendila!
Ntorna moi, difendila!
Quannu poi difendila!
E’ la terra toa, amala e difendila! De cine?
De ci ole cu specula e corrompe, difendila!
De ci ole sfrutta l’ignoranza, difendila!
De ci ole svende l’arte noscia, difendila!
De ci nu bole crisca ancora, difendila!
Pe ci nu tene chiù speranza
Pe ci ha rimastu senza forza, difendila!
Pe ci nu pote ma nci crite, difendila!
Pe ci nu te pote secutare, difendila!
Riporto parte del testo (Le Radici Ca Tieni) di un brano dei “Sud Sound System” che abbiamo avuto l’onore di portare a “Rinascita in festa 2011″ per dire che chi non conosce e rispetta la propria storia….non ha futuro!!!
http://www.youtube.com/watch?v=LsTQM4t76r8
Angela
2 novembre 2011 a 20:03 (UTC 2) Link a questo commento
Condivido pianamente l’analisi di Renato, che bene ha fatto a sollevare una questione così importante e quasi dimenticata. Poteva esserci qualsiasi altro simbolo a rappresentare l’identità di un popolo e doveva essere trattato con rispetto.
In questi casi, non bastano cittadini di buona volontà a fare appello alle istituzioni -cosa che comunque, di per sè, rappresenta un passo importante – è necessaria una buona azione politica.
Siamo davvero stanchi di sentire barzellette dal Palazzo. Ieri come oggi. Ieri per chi ha approvato e messo in atto un progetto “tanto per….” far vedere che i soldi da qualche parte venivano spesi. Da chi e come, in che modo e quando non ha avuto importanza. La piazza che ci è stata – ri-cosegnata è stilisticamente molto più brutta di prima, con un aggravante: è stata cancellata bruscamente anche la nostra storia. Oggi siamo stanchi di sentire parlare di cultura, di territorio e “bla bla bla” senza che mai si valorizzi un bel nulla di quello che già abbiamo, sotto gli occhi proprio.
Eppure, al di là delle critiche, risulta necessario sapere che fine ha fatto il Monumento, chi lo custodice (se è custodito) e come. Di questo qualsiasi amministratore non può non essere informato e dovrebbe subito chiarire l’equivoco. perchè se di equivoco si tratta la figuraccia è scongiurata, altrimenti son dolori!!!!
questa è una di quelle cose che dovrebbe coinvolgerci tutti, perchè – ne abbiamo le tasche piene – di promesse e frasi preconfezionate – la memoria appartiene all’intera comunità.
Rosanna Giovinazzo
2 novembre 2011 a 20:03 (UTC 2) Link a questo commento
Sul monumento ai caduti scomparso, ha ragione Angela, dovremmo essere informati su che fine abbia fatto. Credo che in nessun altro paese si sia verificato un simile- chiamiamolo per usare lo stesso termine di Angela- equivoco.
La memoria, anche tramite un manufatto, è il collante che unisce le diverse generazioni, è il punto da cui ripartire per un futuro diverso, migliore. E la nostra comunità è proprio di questo che ha bisogno. Provocatoriamente domando: quanto guadagneremmo in termini di vivibilità in questo paese, se le giovani generazioni, e non solo, così confuse, così immotivate al miglioramento, maturassero, proprio con l’aiuto della storia e della memoria, un’identità collettiva ed individuale dalla quale ricavare una cittadinanza certa, un’appartenenza sicura?
Angela
3 novembre 2011 a 20:03 (UTC 2) Link a questo commento
Una cosa, Rosanna, la possiamo fare e può partire propio da qui. l’Edp potrebbe promuovere una raccolta firme, una petizione per chi vuole sapere che fine ha fatto il monumento ai caduti. oppure prepariamo una interrogazione ai nostri amministratori, un documento che sia condiviso da diverse persone. sarebbe doveroso un chiarimento in merito alla questione…
Rosanna Giovinazzo
3 novembre 2011 a 20:03 (UTC 2) Link a questo commento
Certo, parliamone, sia l’una che l’altra proposta mi sembrano efficaci.
Renato Macedonio
3 novembre 2011 a 20:03 (UTC 2) Link a questo commento
IO sono disponibile per tutte due proposte sia per la raccolta di firme che per una petizione.
Renato Macedonio
Angela
5 novembre 2011 a 20:03 (UTC 2) Link a questo commento
quindi possiamo chiedere allEdicola di farsi portavoce? di farla partire da qui una petizione? vediamo quanti consensi raccogliamo…