POLISTENA – Quarant’anni e non sentirli. Ma se è la passione a guidare una comitiva positiva ed allegra come quella del gruppo scout Polistena 1, ecco che tutto da impossibile diventa possibile. Un atto di vero e proprio servizio alla comunità il lavoro prezioso degli scout che è stato reso noto nell’incontro pubblico tenutosi a Polistena presso la sala Mommo, e che ha visto la presenza di vecchi e nuovi educatori scout in un passaggio simbolico di testimone ad attestare il valore di vera e propria agenzia educativa a questa entità concreta che nel corso del tempo ha allevato tra fede ed esperienza, decine di giovani adulti. Coordinati dai capi Michela Giancotta e Gianfranco Scaramozzino, l’evento ha avuto come correlatori Fabio Caridi responsabile regionale Agesci, il sociologo Francesco Rao e don Pino Demasi parroco ed assistente ecclesiastico del gruppo.
A portare i saluti ci hanno pensato il sindaco Michele Tripodi a nome dell’amministrazione comunale, volendo evidenziare l’alto contributo di emancipazione donato dagli scout alla città e Vincenzo Baglìo, che in qualità di responsabile di zona Agesci ha posto l’accento sulla necessità di allargare a quante più persone possibili il progetto educativo scout. Quindi Caridi ha esplicitato approfonditamente l’efficacia del metodo educativo che ha il suo pioniere nel fondatore Baden Powell enunciando la specificità dei quattro punti essenziali del metodo: formazione del carattere, salute e forza fisica, abilità manuale e servizio al prossimo. Il sociologo Rao ha plasticamente intercalato i concetti di società liquida o dei disvalori e società condivisa non mancando di affermare come lo scoutismo sia una formidabile palestra educativa che aiuti concretamente i bambini a diventare adulti, indirizzandoli al rispetto delle regole piuttosto latente nella società contemporanea. Poi ha trattato del modello pedagogico educativo che lo scoutismo rappresenta avendo quale valore aggiunto quello della meritocrazia, riconosciuto nei suoi quasi 113 anni di attuazione, nel corso dei quali ha ben acquisito credibilità e coerenza.
La chiosa di don Demasi ha voluto rafforzare il binomio fede-scoutismo anche alla luce dello scopo di quest’ultimo teso a far risaltare il bene complessivo della persona umana che affonda inevitabilmente le sue radici in una dimensione di fede quale componente imprescindibile della personalità. Dunque la fede, per don Pino, è il vero elemento catalizzatore dello scoutismo che ne fa una sintesi per integrazione quasi indistinguibile che deve condurre autenticamente alla scoperta di Gesù Cristo in una comunità più ampia quale la chiesa. A fare da cornice a tutto questo, una sala gremita dalla presenza di scout, giovani, associazioni, genitori e rappresentanti del mondo della scuola e della formazione. Da registrare alcuni interventi di testimonianza di scout della vecchia guardia, e nuove leve dello scoutismo. Infine hanno preso la parola, in rappresentanza dei genitori Giuseppe Cannatà, e per il mondo della scuola, il preside del liceo “Renda” Giovanni Laruffa. Con il motto sempre attuale che risuona come una missione: quello di lasciare il mondo in condizioni almeno un po’ migliori di come lo si è trovato.