• Adolescenza: periodo di cambiamento.“Diventare grande con la paura di essere come i grandi”
    In un testo di un'alunna della media "Chitti" il periodo raccontato dal suo punto di vista
    21/01/2014 | Chiara Maiolo classe 3a B | G. Salaris docente scuola media "Chitti"Cittanova

    adolescentiSONO UNA RAGAZZA DI TREDICI ANNI e come tutti i miei coetanei sto vivendo questa dura ma splendida fase che tutti chiamano “adolescenza”. Partiamo dal presupposto che a me non piace usare termini troppo scontati per descrivere delle emozioni, sensazioni, dolori e sentimenti molto forti: esiste troppa intensità in alcune cose. Penso sia evidente che noi ragazzi la maggior parte delle volte siamo abbastanza strani. Questo per me è il periodo dei “non ti capisco, non vi capisco ma soprattutto non mi capisco”. E se parli con gli adulti di tutto questo sconvolgimento che ti avvolge e dove noi ragazzi siamo i protagonisti? Beh loro ti parleranno, anzi useranno quella parola scontata e superficiale; diciamo che molte volte gli adulti sono superficiali. E a volte mi chiedo: ”Ma come diventerò io? Come loro? ” Forse si, tra qualche anno sarò immersa anche io in quella folla che ora detesto: tutti con una stessa idea, tutti impegnati con le solite cose, tutti uguali. E se quando sarò adulta, un ragazzo viene a confidarmi che si sente come mi sento io in questo momento, cosa farò? Gli dirò le solite cose scontate? O forse userò quella parola superficiale?

     

    NO, io non voglio essere come molti, voglio essere io sola con le mie idee: io la vera protagonista della mia vita. Non nego di avere paura: paura di diventare come loro, paura di trasformarmi in quel qualcuno senza una propria idea. La fase che sto vivendo penso sia fondamentale per la formazione soprattutto psicologica; l’aspetto fisico è importante ma non fondamentale. Perdiamo ore preziose della nostra vita per fare cosa? Il nulla, perché l’aspetto fisico un giorno scomparirà invece noi con i nostri pregi, difetti, dolori, idee, speranze …, possiamo lasciare un segno, un’impronta nell’esistenza umana. E allora  io da adolescente (come mi devo definire per la massa) ho idee un po’ diverse dalle solite o forse mi sento io un po’ diversa. Molto probabilmente non avrei dovuto scegliere di parlare dell’adolescenza anche perché si è benissimo notato che io non credo in questa parola.

     

    E’ senz’altro una fase “attiva” su diversi punti di vista; capita di sentirmi davvero piena di un’ emozione inspiegabile ma sono anche consapevole che c’è un vuoto che mi avvolge spesso. Se parli con gli adulti chiameranno questo tuo vuoto “cambiamento interno” ma io non la penso così: ecco perché mi fido poco dei grandi. Loro non ti capiscono o perché molte volte fanno finta di capire? E chissà quante domande avranno in testa quando noi ragazzi parliamo. A questo punto sono io a non capire più loro:penso facciano parte di quel mondo che mi aspetta. E se tutti dobbiamo diventare uguali che senso ha vivere? No, non tutti siamo uguali,non tutti la pensiamo come la massa ma soprattutto non tutti affrontiamo la vita allo stesso modo. Ed è proprio da quelli diversi che ora dobbiamo imparare. Mi rendo conto che tra i miei amici ognuno è diverso, ma esiste anche la paura di essere diversi. Eh si, qui allora l’adolescenza diventa il primo vero tassello della nostra vita, la fase dove costruiamo “il nostro tutto”: gettiamo le basi per diventare diversi, abbiamo il desiderio di diventare diversi ma poi forse ci perdiamo e non tutti riescono a non perdersi.