CATANZARO – “Il destino della Sorical sembra un affare interno solo alla Regione dove, in aggiunta alla mancanza di un dibattito pubblico e trasparente, fanno finta che non ci sia mai stato un referendum per l’acqua pubblica. Scopelliti in barba alla volontà popolare ha già dichiarato che presto si provvederà ad individuare un nuovo socio privato – Comunica una nota del Sel – Possibile che il rappresentante del disastroso “modello Reggio” non si è accorto che Sorical ha fallito tutti i suoi obiettivi? Che è arrivato il momento di cambiare rotta? La società idrica regionale, con la sua spregiudicata politica di profitti, ha portato sull’orlo del dissesto finanziario una miriade di Comuni, autodeterminando l’aumento delle tariffe arrivate fino al 25% in più in soli 5 anni, aumento in palese violazione delle norme nazionali in materia.
La Regione ha sempre dimostrato un certo “riguardo” e, quindi, una grave disattenzione fin dalla determinazione iniziale delle tariffe grossolanamente in eccesso come ha accertato la Corte dei Conti. Il tutto ha dato vita ad un contenzioso giudiziario per svariati milioni di euro ed, ancora, non precisamente quantificabile visto che sempre più Comuni stanno proponendo azioni giudiziarie. Sul fronte degli investimenti tutto tace mentre le inchieste della magistratura hanno toccato anche i gangli direttivi della Sorical. Ma cos’altro deve accadere: non basta il “buco” di bilancio di 170 milioni di euro, la fuga di Veolia, gli arresti, l’inefficienza ed insostenibilità dell’intero sistema? Possibile che in una regione ricchissima di sorgenti e fonti un bene pubblico come l’acqua sia ancora per moltissimi calabresi un diritto negato? – Continua la nota – Scopelliti deve smetterla di ignorare la volontà popolare in esito al referendum ed essere conseguenziale nelle scelte e nelle politiche da adottare. Perseverare nella irresponsabilità è il segnale più evidente dell’incapacità di misurarsi apertamente e in modo trasparente sulla questione, magari pensando sia più conveniente lasciare ad altri il compito di risolvere questo sfacelo.
Noi abbiamo le nostre idee e vorremmo offrirle per aprire un confronto pubblico che, partendo dall’esito referendario, avvii un percorso virtuoso in grado di contemperare le giuste esigenze dei calabresi ad avere un servizio idrico integrato efficiente e sostenibile e quelle dei Comuni che da meri “clienti” devono diventare primari protagonisti del nuovo sistema. Allora, a nostro avviso, non resta che una sola direttrice di marcia: la Sorical venga messa in liquidazione e si proceda con un nuovo modello organizzativo del sistema idrico integrato, ridando centralità di azione ai Comuni costituiti in bacini ottimali (le cui forme associative si possono discutere) e i soli in grado di valorizzare le potenzialità e porre rimedio alle criticità emerse nei territori. Nessuno si nasconde le difficoltà che si prospettano ma è indispensabile avviare un profondo ripensamento del sistema oramai avvitato su se stesso. Ridare centralità ai Comuni significa, in primo luogo, riportare ad un controllo totalmente pubblico il bene acqua e, in aggiunta, responsabilizzare gli Enti locali in ordine ad una maggiore efficienza, sostenibilità ed economicità dell’intero servizio, dalla captazione fino alla depurazione. Siamo certi che i Comuni sono pronti ad accettare tale sfida. Ma anche la Regione dovrà fare la sua parte favorendo, accompagnando e supportando per un breve periodo tale riorganizzazione. – Conclude la nota – Siamo abituati a guardare con concretezza alle questioni e, dunque, ci auguriamo che il futuro del sistema idrico integrato calabrese non rimanga confinato in ambiti di basso profilo o tra pochi soggetti ma si allarghi a tutte le rappresentanze politiche e sociali per le enormi ricadute che esso ha sulla qualità della vita e dell’ambiente calabrese.”