NON ESSENDOCI ANCORA elementi chiari, non so pronunciarmi bene sulla tragedia immane che ha scosso l’Italia intera. Una giovane studentessa barbaramente dilaniata, un’altra in fin di vita, quattro ferite. Ma mi sento di dire quello che istintivamente mi viene da pensare, la mente va al passato, a quei tragici anni della strategia della tensione. Colpita una scuola: il futuro; colpiti i giovani: il futuro. Quei giovani che reclamano un radicale cambiamento della politica e della società italiana. Quei giovani che, attraverso la rete, si sono resi protagonisti della protesta e dell’indignazione per il clima invivibile di corruzione, di arroganza e prepotenza, di ingiustizie del nostro paese, che ha pericolosamente ipotecato il loro futuro.
Ripeto, non so, non ho elementi, come non ce li ha nessuno ancora, ma questo mi sento di dire: ogniqualvolta si respira un’aura di cambiamento, di implosione di un sistema che ci beffa quotidianamente, di un’ irrefrenabile necessità di respirare finalmente aria più pulita, ecco che, come in un appuntamento ineluttabile, si presenta una strage. E’ il cambiamento che fa paura al potere, al potere deviato di qualsivoglia natura, da quello mafioso a quello della speculazione finanziaria a quello della politica corrotta. Non so in che forma, in che modo, ma ci sarà dietro un disegno aberrante di tutte queste forme di potere deviato, che ha tenuto e tiene tuttora sotto ricatto un’intera nazione. Questo strumento potentissimo che è la rete, questo fulmineo passaparola di protesta dei giovani, fa paura, sta facendo vacillare le loro certezze. Stroncare sul nascere, dunque: questa la vile e mostruosa “soluzione” trovata. La nostra risposta: Mobilitazione generale, di tutti, ma proprio di tutti, nessuno escluso.