CINQUEFRONDI – Carissimi amici dell’Edicola di Pinuccio, rimango stupìto e sbigottìto da ciò che leggo in merito al ritrovamento di parte del basamento che costituiva il vecchio monumento ai caduti, se ciò risulta vero, e non ho motivo di dubitare sulla conoscenza del monumento che il mio amico Renato Macedonio ha, il fatto risulta essere di una gravità inaudita che non può passare inosservato e che merita tutti gli opportuni approfondimenti. E’ un’offesa a tutti quei nostri giovani concittadini che con la loro morte hanno contribuito a costruire la libertà di cui noi oggi godiamo e viviamo. Si può non avere rispetto e riconoscenza a chi ha dato la propria vita per gli altri? Si può cancellare la storia di un popolo a colpi di mazza e far sparire in mezzo ai detriti in luoghi impervi e sperduti un momumento che racconta e ricorda il sacrificio di persone care a tanti concittadini? La mia non è nostalgia, è rabbia per la mancanza di amore e rispetto verso la mia e la storia di un paese come il nostro che, anche se piccolo ha sempre contribuito con laborosità ed onestà alla crescita sociale e culturale di intere generazioni. Chi non ha rispetto della propria storia e distrugge quel poco che ne è testimonianza non è un uomo ma un vile. Spero che si riusciranno a trovare tutti gli elementi che lo componevano, e spero che un giorno quel monumento, dove tutti da piccoli almeno una volta ci siamo seduti, possa ritornare imperioso com’era, ad ornare quell’angolo della piazza oggi vuoto, dove nella annuale ricorrenza si ritornerà a ONORARE quei caduti a cui tanto dobbiamo, e possa essere testimonianza per i nostri figli, come lo è stato per noi, per ricordarsi sempre che le guerre portano solo dolore e distruzione. Tanto ho sentito di scrivere. Un caro saluto.