• Taglio dei Tribunali, Conia e Loria contro Pd e Pdl: “Incoerenti”. E indicano la strada della protesta collettiva a Roma
    "Non partecipiamo al balletto di promesse e non intendiamo recitare il ruolo di soldati"
    20/09/2013 | Michele Conia, Flavio Loria, consiglieri comunali Rinascita per Cinquefrondi | Comunicato

    logo rinascita per cinquefrondiCINQUEFRONDI – Nella qualità di consiglieri comunali del gruppo Rinascita per Cinquefrondi, nonché avvocati e membri del Comitato nato per la difesa della sede distaccata di Cinquefrondi, in relazione all’incontro tenutosi la mattina di giovedì 19 con il oresidente del Tribunale di Palmi dottoressa Arena, sentiamo il dovere di ringraziare pubblicamente la stessa per la disponibilità dimostrata, dopo per avuto modo di ascoltare e recepire le nostre istanze, e di precisare quanto di seguito.

     

    Siamo consapevoli che non spetta alla detta Autorità evitare la chiusura del nostro Tribunale. Tale compito, stante l’attuale organizzazione dello Stato, è proprio del parlamento e, quindi, di quelle forze politiche che in questo momento sostengono il governo e, di conseguenza, approvano, seppure implicitamente, il lavoro compiuto dal ministro della Giustizia Cancellieri, meritevole già da tempo, secondo il nostro parere, di una mozione di sfiducia per avere intrapreso la strada del muro contro muro con gli avvocati e con altri operatori del diritto, danneggiando soprattutto i cittadini con la cancellazione della giustizia di prossimità.

     

    Riteniamo doveroso cercare di ristabilire quel clima di chiarezza necessario per mantenere quella lucidità che la situazione attuale richiede. Continuiamo ad essere così caparbiamente convinti dell’iniquità della misura adottata dal Parlamento da non intendere lasciare nulla d’intentato in questa battaglia che va nella direzione esclusiva di promuovere e salvaguardare le migliori condizioni possibili del sistema giustizia nel nostro territorio. La vera protesta deve essere, piuttosto, levata verso quelle forze politiche (Pd e Pdl in primis) chiedendo loro di essere coerenti sino in fondo e di non giocare, per così dire, su due tavoli: non si può tollerare che mentre nei territori che subiscono i tagli lineari si sostiene la tesi contro la soppressione di questi presidi di legalità e di presenza dello Stato quali sono i Tribunali e, poi, nel Palazzo, il luogo deputato a decidere, votare l’esatto opposto ovvero assumere una posizione passiva e, quindi, complice.

     

    Il presidente del Tribunale, nella disponibilità tesa all’ascolto delle criticità emerse a causa dell’accorpamento, ha ribadito che qualora venisse interpellata, ed in questa direzione è andato l’incontro tenutosi in Prefettura la scorsa settimana, spiegherebbe senza mezzi termini le varie disfunzioni che l’accorpamento del Tribunale di Cinquefrondi a quello di Palmi sta provocando: a questo punto, dopo avere lasciato tramontare, giuste rassicurazioni poi non concretizzatesi, l’ipotesi di richiedere al Ministro la proroga per il mantenimento temporaneo delle funzioni alla sede di Cinquefrondi, diamo atto che oggi altro non poteva dire e/o fare ed altro non ci potevamo attendere.

     

    E sui rilievi da svolgere la dottoressa Arena non potrà non tenere conto di quanto il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati del Foro di Palmi, pungolato anche dal nostro osservatorio, siamo certi, non mancherà di rilevare. Chiediamo, piuttosto, unitamente al coordinamento di tutti gli altri comitati d’Italia ed alle associazioni rappresentative dei soggetti coinvolti, di incontrare al più presto i massimi rappresentanti di Pd e Pdl, oltre che degli altri partiti di Governo, per chiedere a gran voce di smetterla con la duplicità assunta su questo provvedimento che sta mettendo in ginocchio un settore vitale quale quello della giustizia. Crediamo che non ci siano da percorrere altre strade se non quella di portare la protesta a Roma, assieme a tutti gli altri comitati sorti spontaneamente in tutti i 1000 uffici giudiziari soppressi, e di rivolgerla nei confronti di quei soggetti che questa riforma l’hanno voluta e che ad oggi implicitamente sostengono. Non intendiamo partecipare al disgustoso balletto di promesse e passerelle, né intendiamo continuare a recitare il ruolo di soldati che qualche autonominatosi generale intende accollarci.