CINQUEFRONDI – La situazione del trasporto pubblico nella Piana di Gioia Tauro diventa, ogni giorno di più, esasperante e inaccettabile. Autolinee tagliate, treni fantasma, linee taurensi chiuse, insomma il diritto alla mobilità di migliaia di cittadini ridotto a posta in palio della ruota della fortuna. Un salto all’indietro, per certi versi, ma senza il minimo alone di nostalgia, perché gli effetti sono un disastro da quarto mondo. Centri interni scollegati, classi sociali già vulnerabili che vengono ulteriormente colpite, giovani costretti spesso a rimanere all’interno dei propri confini geografici, conseguenze negative in campo economico. Se vengono soppresse le corse balneari delle Ferrovie della Calabria che da Melicuccà e Seminara portano alla Tonnara di Palmi; se uguali misure riguardano il percorso da San Procopio, Sinopoli e Sant’Eufemia a Bagnara Calabra e da Palmi, Gioia Tauro, Cinquefrondi e Mammola a Marina di Gioiosa Jonica, così che per anziani, gruppi di ragazzi, famiglie, diventa proibitiva una semplice giornata di mare, non c’è discorso minimo su sviluppo che tenga.
Le stesse opportunità confiscate ai cittadini nella stagione estiva, nel periodo invernale prendono la faccia degli studenti che devono svegliarsi all’alba per una manciata di chilometri da casa a scuola per poi fare rientro nel tardo pomeriggio. Lo sanno bene ad esempio, gli allievi fuori sede del liceo musicale di Cinquefrondi che si affidano solo alla disponibilità e alla pazienza dei propri genitori che a turno fungono da navetta sostitutiva di un servizio pubblico inesistente. Una classe dirigente seria che vorrebbe concretamente il rilancio del trasporto pubblico locale su ferro,anziché favorire il privato, partirebbe dal ripiano del debito di FdC ad opera di Governo e Regione per poi procedere all’acqui-si-zione inte-grale dell’azienda da parte della Regione, riorganizzando i ser-vizi in modo coor-di-nato e inte-grato e garantendo gli stipendi ai lavoratori che come sempre pagano lo scotto di una politica disattenta ai loro problemi. Altro che progetti di grandi opere e fanfare sul rilancio della Piana! La realtà è una sabbia mobile. Come quella che continua a ingoiare le linee Taurensi.
Quale amministratore lungimirante avrebbe affossato la prospettiva di una loro riconversione in chiave turistica e di valorizzazione culturale del territorio? Il presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa, mesi fa – anche sotto nostro impulso – aveva assunto l’impegno di destinare 700 mila euro per il ripristino della tratta Gioia-Palmi, condizionandolo ad un analogo impegno da parte della Regione per mettere in sicurezza e riqualificare la tratta Gioia Tauro-Cinquefrondi. Ad oggi, purtroppo, si registra il nulla. Quanto tempo dovrà ancora passare perché la Regione dica una parola chiara ed efficace su tutti questi fronti del disagio? Quanto servirà prima che si eserciti pressione sul ministero perché Trenitalia decida di far fermare i suoi Frecciarossa anche a Rosarno? Davvero, onorevole Fedele, c’è qualcuno convinto che i cittadini della Piana si abitueranno a vedere erosi i loro più elementari