CATANZARO - La situazione nel trasporto pubblico calabrese sta per diventare insostenibile e dagli sbocchi imprevedibili. Lo stato di molte aziende, anche pubbliche come il caso dell’Atam di Reggio Calabria, è di prefallimento, molti servizi sono stati tagliati con danni pesanti sulle condizioni di vita dei cittadini, gli stipendi non sono regolarmente corrisposti, molti posti di lavoro nel settore sono a rischio. Il settore del TPL è in crisi in tutto il Paese, ma in Calabria nelle prossime settimane sarà pericolosamente incontrollabile. Questo trend negativo è stato fortemente velocizzato da due fattori. Il primo è la mancata disponibilità, preventivata dall’assessorato ai trasporti per il 2014 e 2015 di 40 milioni di euro, dell’utilizzo di parte degli ex fondi fas che peserà fortemente sulla capacità finanziaria della Regione. Il secondo è, invece, una scelta della Giunta Regionale, di preventivare una spesa per i servizi di trasporto pubblico inferiore anche all’anno scorso, quindi con tagli e riduzioni. Sono due fatti estremamente importanti che peseranno come macigni sulla stabilità del TPL. Inoltre, la Giunta regionale, non sappiamo quanto seriamente, pensa di recuperare la diminuzione delle risorse destinate al settore aumentando pesantemente il costo delle tariffe con il solo risultato di appesantire la situazione economica delle famiglie e degli studenti senza risultati apprezzabili sulle entrate.
In questa situazione si rendono evidenti alcuni errori della Giunta Regionale ed anche la mancanza di coraggio sul necessario processo riformatore del settore. Sul versante degli errori il più evidente è rappresentato dalle linee guida al piano regionale dei trasporti senza respiro strategico e, soprattutto, senza una capacità d’analizzare una simile situazione di crisi che, se non corretta velocemente, porterà al collasso del settore. A ciò va intrecciata la mancanza di coraggio della Giunta regionale sul processo di riforma del settore con la scelta di pervenire all’individuazione di cinque bacini, tre urbani e due extraurbani, che pur operando una semplificazione, risulta fortemente insufficiente e disarmante di fronte al dramma che vive il TPL. Noi come CGIL ribadiamo la proposta da sempre avanzata: se si vuole salvare il settore l’unica possibilità è la costituzione dell’Azienda Unica Regionale che semplifichi radicalmente il settore, riduca ad una la miriade di aziende calabresi, azzeri i costi dei consigli di amministrazione, mantenga i posti di lavoro ed i servizi pubblici per i calabresi. Le altre vie rappresentano solo palliativi che faranno aumentare i debiti delle aziende, non incideranno sulla razionalizzazione dei servizi e faranno precipitare la situazione anche dal punto di vista occupazionale. Ed allora con la stessa serietà dimostrata quando abbiamo sottoscritto accordi per salvare Ferrovie della Calabria o quando negli ultimi mesi del 2012 e del 2013, per le questioni relative al patto di stabilità, abbiamo evitato di far precipitare la situazione, adesso alla Giunta Regionale diciamo che su questo settore occorre radicalmente invertire le politiche e le scelte di fondo. Perché al quarto anno di governo ed a un passo dalla fine della legislatura i conti si faranno sul mantenimento dei livelli occupazionali e sulla qualità e quantità dei servizi pubblici. Il resto a noi non interessa.