• Tre buoni propositi per il 2012 : il porto di Gioia Tauro, l’agricoltura regionale e la viabilità.
    31/12/2011 | Giuseppe Campisi | Edicola di Pinuccio

    CINQUEFRONDI – Tre buoni propositi concretamente realizzabili per il 2012. Rilanciare il porto di Gioia Tauro, il comparto agricolo regionale e potenziare la viabilità. Tra le tante prospettive mancate per il nostro territorio regionale, sicuramente non possiamo far a meno di ricordare tre elementi nevralgici per la già carente economia nostrana, che varrebbe bene la pena riattivare e accrescere per dare impulso sia al mercato del lavoro che a quello delle merci. Inutile ricordare come sono andati i fatti che dal 1994 ad oggi ci hanno lasciato solo l’amaro in bocca se si prova a sfiorare il tema del Porto di Gioia Tauro in termini di sviluppo, transhipment ed occupazione. Dal picco merci del 2007 al picco della disoccupazione del 2010/2011. Qui la politica latita. O si fa vedere solo durante le campagne elettorali con le solite scanzonate promesse da circo, raccoglie il bottino di caccia (voti) e saluta calorosamente con un arrivederci alla prossima elezione. E cosa dire poi sull’agricoltura regionale? Cerchiamo affannosamente di arrabattarci sul mercato nazionale tra un mandarino clementino, un faticoso raccolto d’agrumi pagato quattro spicci e le campagne olivicole che sono lasciate alla bontà d’animo degli agricoltori che stanno divenendo sempre più mosche bianche sul nostro territorio. Ahivoglia a fare PSR regionali quando non s’è seminato prima bene. Siamo sotto scacco delle intensive produzioni esterofile in mano a Spagna ed Israele. E le produzioni d’eccellenza quali vino o bergamotto? E quelle autoctone quali patata Silana o quella di S.Eufemia, il peperoncino soveratese, oltreché la benemerita cipolla tropeana? E di quelle locali, peculiarità che non conosciamo? Potremmo puntare, e molto, su questo comparto che non solo ci potrebbe aiutare a far salire, e forse veramente decollare, il pil regionale quasi ai minimi storici, incomparabile con altre regioni italiane che hanno puntato anche su questo settore (Emilia, Piemonte e Lombardia) ma ad accrescere l’occupazione in un settore fondamentale e da sempre trainante per la nostra economia. Da ultimo, ma non ultimo, la viabilità rappresenta la nota dolente del nostro territorio che si voglia  per conformazione morfo-geologica che per i disastri costruttivi e speculativi che ne hanno compromesso l’emancipazione è rimasta dotata di una buona dose d’arretratezza e disagio. Quando in verità è proprio migliorando le vie di comunicazione che si accorciano i tempi ed i costi del trasporto umano e merci e si dà concreto impulso allo sviluppo commerciale ed all’incremento del benessere collettivo. Ciò detto, è sempre compito di buoni  governanti portare avanti e realizzare nei fatti serie politiche di accrescimento che guardino al territorio, ai suoi interessi oltreché a quelli di chi quei territori li vive e li abita. Diversamente si rischia di alimentare la clandestinità largamente intesa. Da quella del lavoro nero a quella di produzioni d’eccellenza confinate nel rischio dimenticatoio, da quella di intere popolazioni costrette ad usare mulattiere per venire al mondo a quella di intere popolazioni costrette a riconoscersi clandestine sul proprio territorio, svantaggiati col lavoro in casa perso a favore di generazioni latitudinalmente più a sud o longitudinalmelnte più a nord. In fondo, riattivare settori strategici come questi e dar corpo a speranze di vite migliori, non sono essi stessi i più felici (e quanto mai opportuni) propositi augurali per un anno nuovo? Ed allora, Auguri! Giuseppe Campisi.