REGGIO CALABRIA – In un’operazione congiunta, gli agenti dei comandi stazione di Giffone e Laureana di Borrello, in attuazione dei servizi di prevenzione generale e di tutela della fauna selvatica disposti dal comando provinciale di Reggio Calabria, in località “Due Viali – Longa”, in agro del comune di Galatro, hanno fermato e denunciato tre soggetti, tali C.F., di anni 25 anni, C.W., di anni 27 e gravato da una diffida di P.S., e C.G., di anni 37, tutti originari del luogo, mentre esercitavano l’uccellagione con l’impiego di reti, attività questa vietata dalla vigente normativa sulla caccia. Tale usanza risulta purtroppo ancora diffusa in tutta l’area pedemontana soprattutto durante la migrazione dei volatili nei periodi autunnali ed invernali. La tecnica utilizzata consiste nella realizzazione lungo i crinali boscati, ubicati in prossimità della fascia temperata mediterranea, di corridoi sagomati ad imbuto, larghi inizialmente anche una decina di metri, ottenuti mediante il taglio delle piante. Al termine del corridoio il bracconiere realizza una postazione, ove, con l’ausilio di canne o verghe, colloca verticalmente una rete di colore scuro, invisibile ai volatili che si spostano principalmente all’alba ed al tramonto sbarrando loro l’uscita.
Al momento dell’impatto, il bracconiere chiude la rete, senza lasciare alcuna possibilità di fuga ai volatili. Spesso gli uccelli vengono uccisi cruentemente mediante schiacciamento della testa o rottura delle vertebre del collo. Fortunatamente, grazie alla prontezza e tempestività del personale del Corpo Forestale operante, i soggetti non avevano ancora intrapreso l’azione di caccia, scongiurando quindi la cattura ed uccisione di diversi esemplari di avifauna. I tre soggetti fermati sono stati deferiti, in stato di libertà, alla competente Autorità Giudiziaria ed è stata contestata loro la violazione della normativa sulla caccia. In considerazione che i tre non erano titolari licenza di porto di fucile uso caccia, è stato loro contestato anche il reato di tentato furto venatorio, in ossequio a recenti sentenze della Corte di Cassazione. Nel contempo sono state poste sotto sequestro penale complessivamente tre reti aventi dimensione di metri 6 x 6 che sono state messe a disposizione della competente Autorità Giudiziaria. In considerazione dei risultati operativi raggiunti, è stata gia disposta l’intensificazione dei servizi di prevenzione e repressione su tutto il territorio provinciale di tale pratica illegale che determina un notevole ed indiscriminato danno alla fauna selvatica oltre che ingenti proventi illeciti a chi dovesse porre in vendita la fauna così catturata.